Guidebook for Catania

Roberto
Guidebook for Catania

Food Scene

(I Ristoranti della Guida Michelin) LA SICILIANA viale Marco Polo, 52/a (CT) tel 095 37 64 00 OSTERIA ANTICA MARINA via Pardo 29 (CT) tel 0 95 34 81 97 PEPE NERO - Plaza Hotel Catnia viale Ruggero di Lauria 43 (CT) tel 0 95 38 23 68 AMBASCIATA DEL MARE Piazza Duomo 6 (CT) tel 095/341003 Costa Azzurra Via De Cristoforo 4 - Loc. Ognina tel 095/497889 Cutilisci Via San Giovanni li Cuti, 69 tel 095/372558 Da Peppino Via Empedocle, 35 tel 095/430620 I Criciferi Piazza S.Francesco d'Assisi, 14 tel 095/7152480 La Polpetteria Via Santa Filomena, 48 tel 095/7159433 Millefoglie Via S.Orsola, 12 tel 331/2505331 Oxidiana Via Conte Ruggero, 4/A tel 095/532585 Poggio Ducale Via P. Galifani tel 095/330016 Taverna dei Tre Conti Viale Libertà, 129 tel 095/539836 Trattoria da Karol Via Cagliari, 81 tel 095/435579 LE TRE BOCCHE Ristorante via M. San Giorgi, 7 (CT) tel 095/538738 BISTROT DE LA VILLE Via Musumeci, 124 (CT) Tel. 095/530049 VICO SAN BARNABA' Vico San Barnabà, 67 (CT) Tel. 095/322911
6 現地メンバーのおすすめ
Vineria Picasso Osteria
207 Piazza Ogninella
6 現地メンバーのおすすめ
(I Ristoranti della Guida Michelin) LA SICILIANA viale Marco Polo, 52/a (CT) tel 095 37 64 00 OSTERIA ANTICA MARINA via Pardo 29 (CT) tel 0 95 34 81 97 PEPE NERO - Plaza Hotel Catnia viale Ruggero di Lauria 43 (CT) tel 0 95 38 23 68 AMBASCIATA DEL MARE Piazza Duomo 6 (CT) tel 095/341003 Costa Azzurra Via De Cristoforo 4 - Loc. Ognina tel 095/497889 Cutilisci Via San Giovanni li Cuti, 69 tel 095/372558 Da Peppino Via Empedocle, 35 tel 095/430620 I Criciferi Piazza S.Francesco d'Assisi, 14 tel 095/7152480 La Polpetteria Via Santa Filomena, 48 tel 095/7159433 Millefoglie Via S.Orsola, 12 tel 331/2505331 Oxidiana Via Conte Ruggero, 4/A tel 095/532585 Poggio Ducale Via P. Galifani tel 095/330016 Taverna dei Tre Conti Viale Libertà, 129 tel 095/539836 Trattoria da Karol Via Cagliari, 81 tel 095/435579 LE TRE BOCCHE Ristorante via M. San Giorgi, 7 (CT) tel 095/538738 BISTROT DE LA VILLE Via Musumeci, 124 (CT) Tel. 095/530049 VICO SAN BARNABA' Vico San Barnabà, 67 (CT) Tel. 095/322911

Drinks & Nightlife

LOCALI NOTTURNI Empire Via Zolfatai, 12, Catania (CT) Ristorante & Lounge Bar, Sale ricevimenti, Sala del The, Happy Hour, Open Space Dance, Anniversari, Lauree, Cerimonie, Surprise Party, Meeting. L' Empire è uno storico locale di Catania costruito s... Waxy O'Connor's Piazza Spirito Santo, 1, Catania (CT) The original "Waxy O'Connor's" Irish Pub & Live Music in Catania. Waxy O'Connor nacque a Smithfield, Dublin City, nell'anno 1788 ha ottenuto il suo nome per via della sua professione come un fabbri... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 17:30 - 04:00 Vola Future Space Via Domenico Tempio, 56, Catania (CT) E' una location completamente versatile, con un calendario fitto di appuntamenti di grande qualita', con dj set di fama internazionale e dj resident tra i piu' apprezzati in Italia ed all'estero. Glamour Café Via Carcaci, 11 tel 095 2180579, Catania (CT) Caffetteria, Ristorante, Drink Room, Music Club. Nel centro storico di Catania, a pochi metri di piazza Manganelli e via Etnea, al suo X anno di attività, è ormai una tappa fondamentale delle notti... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 18:00 - 03:00 L'insonnia Pub Via del Teatro Massimo, 7, Catania (CT) American bar è un piccolo, caloroso ed accogliente localino situato nei pressi del centro storico di catania. Se passi da là, troverai sempre un serv... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 20:00 - 04:00. Moon Beach Viale Presidente Kennedy, 1, Catania (CT) MoonBeach è il primo dei lidi della playa di Viale Kennedy a Catania! Due piscine, 30 tavoli privè, 2 piste da ballo e molto altro, solo dai noi TUTTA l'estate! Enola Music Club Via Mazza 14, Catania (CT) L'Enola Club è un'associazione socio - culturale posta nel cuore del centro storico di Catania a poca distanza dal Duomo, ospita una jazz hall e un ristorante con american bar. Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 20:00 - 03:00 Le Capannine Viale Kennedy, 93, Catania (CT) Scuola di ballo cubaila conmigo della maestra Yamilet Despaigne Salsa cubana tutti livelli Rumba Afro Gestualita' Industrie Via Acquicella Porto 13, Catania (CT) Discobar per serate disco e bar, eventi culturali, vita notturna, svago Nuova a catania, due palchi, diversi privè, ampia zona bar con tavolini e wiifii discoteca di grandi dimensioni che ospita ev... Siamo aperti nei seguenti orari: Sabato: 22:30 - 03:00 Latte + Via Vecchio Bastione 55 Angolo Via Porte di Ferro, Catania (CT) Possibilità di organizzare feste private, aperitivi, eventi di qualsiasi genre, per info contattarci in privato. Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pit, Georgie e Dim. Eravamo seduti ne... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 19:30 - 02:00 Skyfall Ristò-lounge Bar Via Gustavo Vagliasindi 42, Catania (CT) Ristò - Lounge Bar, musica dal vivo, freestyle. A Catania il primo ristò - lounge bar dedicato all'agente segreto più famoso al mondo: James Bond. Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Venerdì: 13:00 - 15:00 Sabato - Domenica: 20:00 - 03:00 Magazzini Sonori Via Giuseppe Verdi, 65, Catania (CT) Aula Studio - Sale Prova - Studio Di Registrazione - Assistenza Tecnica - Musica Live - Accademia - Lounge Bar - Pizzeria - Feste Private - Galleria D'arte Sale Prova - Studio Di Registrazione - Assistenza Tecnica - Musica Live - Arte - Lounge bar... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 18:00 - 03:00 Mammut Via San Lorenzo N. 20, Catania (CT) Galleria, ristorante, focacceria, hamburger - Traditional and Creative Sicilyan Cuisine. Siamo aperti nei seguenti orari: Martedì - Domenica: 19:30 - 02:30 Butterfly Ristolounge Via Giacinto Pulvirenti n. 6, Catania (CT) 85 mq. di salone e zona american bar, volta di 6 m. sulla sala principale, locale dallo stile moderno con carattere artistico. Lun chiuso Mar 19.00-00.00 Mer 19.00-00.00 Gio 19.00-00.00 Ven 19.00-01.00 Sab 19.00-01.00 Dom 19.00-01.00 La Cartiera Pulp Paper Via Casa Del Mutilato, 8, Catania (CT) Locale recentemente ristrutturato aperto dal 1988. E' uno dei pub storici del centro di Catania. In 20 anni di attività il locale ha saputo costruirsi una solida fama. Tra i primi locali ad organizzare concerti dal vivo, dj contest e serate dance. Aperto mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle 19:30 alle 00:30. Chakra Lounge Via Caff, Catania (CT) In una stradina del centro di Catania si trova il Chakra Lounge, un coktail bar che richiama atmosfere etniche: colori caldi, morbidi cuscini e sedute basse. Durante la settimana propone una programmazione che va dai di dj set alla musica dal vivo. Aperto tutti i giorni dalle 21:00 alle 2:00. Absolut Disco Club Via Cagliari, 68, Catania (CT) Discoteca Absolut è la prima discoteca a Catania concepita come tale. Absolut Disco Club, su due livelli dalle sale ampissime. Di Cosentino Francesco Antonino Via Giuseppe Verdi, 34/36, Catania (CT) Pub La Collegiata Srl Via Collegiata, 3, Catania (CT)
7 現地メンバーのおすすめ
DISCOTECA INDUSTRIE
13 Via Acquicella Porto
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LOCALI NOTTURNI Empire Via Zolfatai, 12, Catania (CT) Ristorante & Lounge Bar, Sale ricevimenti, Sala del The, Happy Hour, Open Space Dance, Anniversari, Lauree, Cerimonie, Surprise Party, Meeting. L' Empire è uno storico locale di Catania costruito s... Waxy O'Connor's Piazza Spirito Santo, 1, Catania (CT) The original "Waxy O'Connor's" Irish Pub & Live Music in Catania. Waxy O'Connor nacque a Smithfield, Dublin City, nell'anno 1788 ha ottenuto il suo nome per via della sua professione come un fabbri... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 17:30 - 04:00 Vola Future Space Via Domenico Tempio, 56, Catania (CT) E' una location completamente versatile, con un calendario fitto di appuntamenti di grande qualita', con dj set di fama internazionale e dj resident tra i piu' apprezzati in Italia ed all'estero. Glamour Café Via Carcaci, 11 tel 095 2180579, Catania (CT) Caffetteria, Ristorante, Drink Room, Music Club. Nel centro storico di Catania, a pochi metri di piazza Manganelli e via Etnea, al suo X anno di attività, è ormai una tappa fondamentale delle notti... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 18:00 - 03:00 L'insonnia Pub Via del Teatro Massimo, 7, Catania (CT) American bar è un piccolo, caloroso ed accogliente localino situato nei pressi del centro storico di catania. Se passi da là, troverai sempre un serv... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 20:00 - 04:00. Moon Beach Viale Presidente Kennedy, 1, Catania (CT) MoonBeach è il primo dei lidi della playa di Viale Kennedy a Catania! Due piscine, 30 tavoli privè, 2 piste da ballo e molto altro, solo dai noi TUTTA l'estate! Enola Music Club Via Mazza 14, Catania (CT) L'Enola Club è un'associazione socio - culturale posta nel cuore del centro storico di Catania a poca distanza dal Duomo, ospita una jazz hall e un ristorante con american bar. Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 20:00 - 03:00 Le Capannine Viale Kennedy, 93, Catania (CT) Scuola di ballo cubaila conmigo della maestra Yamilet Despaigne Salsa cubana tutti livelli Rumba Afro Gestualita' Industrie Via Acquicella Porto 13, Catania (CT) Discobar per serate disco e bar, eventi culturali, vita notturna, svago Nuova a catania, due palchi, diversi privè, ampia zona bar con tavolini e wiifii discoteca di grandi dimensioni che ospita ev... Siamo aperti nei seguenti orari: Sabato: 22:30 - 03:00 Latte + Via Vecchio Bastione 55 Angolo Via Porte di Ferro, Catania (CT) Possibilità di organizzare feste private, aperitivi, eventi di qualsiasi genre, per info contattarci in privato. Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pit, Georgie e Dim. Eravamo seduti ne... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 19:30 - 02:00 Skyfall Ristò-lounge Bar Via Gustavo Vagliasindi 42, Catania (CT) Ristò - Lounge Bar, musica dal vivo, freestyle. A Catania il primo ristò - lounge bar dedicato all'agente segreto più famoso al mondo: James Bond. Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Venerdì: 13:00 - 15:00 Sabato - Domenica: 20:00 - 03:00 Magazzini Sonori Via Giuseppe Verdi, 65, Catania (CT) Aula Studio - Sale Prova - Studio Di Registrazione - Assistenza Tecnica - Musica Live - Accademia - Lounge Bar - Pizzeria - Feste Private - Galleria D'arte Sale Prova - Studio Di Registrazione - Assistenza Tecnica - Musica Live - Arte - Lounge bar... Siamo aperti nei seguenti orari: Lunedì - Domenica: 18:00 - 03:00 Mammut Via San Lorenzo N. 20, Catania (CT) Galleria, ristorante, focacceria, hamburger - Traditional and Creative Sicilyan Cuisine. Siamo aperti nei seguenti orari: Martedì - Domenica: 19:30 - 02:30 Butterfly Ristolounge Via Giacinto Pulvirenti n. 6, Catania (CT) 85 mq. di salone e zona american bar, volta di 6 m. sulla sala principale, locale dallo stile moderno con carattere artistico. Lun chiuso Mar 19.00-00.00 Mer 19.00-00.00 Gio 19.00-00.00 Ven 19.00-01.00 Sab 19.00-01.00 Dom 19.00-01.00 La Cartiera Pulp Paper Via Casa Del Mutilato, 8, Catania (CT) Locale recentemente ristrutturato aperto dal 1988. E' uno dei pub storici del centro di Catania. In 20 anni di attività il locale ha saputo costruirsi una solida fama. Tra i primi locali ad organizzare concerti dal vivo, dj contest e serate dance. Aperto mercoledì, venerdì, sabato e domenica, dalle 19:30 alle 00:30. Chakra Lounge Via Caff, Catania (CT) In una stradina del centro di Catania si trova il Chakra Lounge, un coktail bar che richiama atmosfere etniche: colori caldi, morbidi cuscini e sedute basse. Durante la settimana propone una programmazione che va dai di dj set alla musica dal vivo. Aperto tutti i giorni dalle 21:00 alle 2:00. Absolut Disco Club Via Cagliari, 68, Catania (CT) Discoteca Absolut è la prima discoteca a Catania concepita come tale. Absolut Disco Club, su due livelli dalle sale ampissime. Di Cosentino Francesco Antonino Via Giuseppe Verdi, 34/36, Catania (CT) Pub La Collegiata Srl Via Collegiata, 3, Catania (CT)
In una città come Catania, la movida non va mai in ferie. Anzi, in estate si fa ancora più bella. Le vie del centro storico, sebbene siano il cuore pulsante della vita notturna che non spegne mai le sue luci anche in inverno, nei mesi caldi brulicano ancora di più di gente. Anno dopo anno, la città riscopre nuove zone del centro storico, che si popolano e, in qualche modo, si riqualificano, anche grazie alla scommessa dei gestori e dei giovani che richiamano altri giovani. La vita notturna di Catania è degna delle migliori guide turistiche del life-style, per varietà e buon gusto e si consuma in wine bar anticonformisti e music club di tendenza. Se volessimo tracciare una piccola guida ai maggiori luoghi di ritrovo notturni, potremmo tracciare delle linee che vanno da via Etnea per lo struscio, il Castello Ursino per mangiare dell’ottima carne di cavallo (il cibo cult catanese), via Plebiscito per lo street food, via Santa Filomena per i ristoranti alla moda, via Penninello per i cocktail e i mercatini artistici, via Montesano per il buon vino da gustare in pieno stile bohemien, a due passi da altri piccoli pub con interessante programmazione musicale settimanale. Basta fare due passi e si arriva nel quadrilatero ever green dei cocktail, tra via Di Sangiuliano, via Vasta e via Pacini, la scalinata Alessi. La chiassosa piazza Teatro Massimo è quella che si spegne alle prime luci del giorno, nelle viuzze adiacenti ancora bar, club jazz, pub che mantengono ciò che fece di Catania la Seattle d’Europa, ovvero la musica live strumentale. Le discoteche in estate diventano disco-lidi, dalla Plaia alla Scogliera. C’è da scommettere, poi, sull’ “effetto mondiali” che quest’anno darà uno sprone in più a gruppi di amici e turisti per trascorrere la serata fuori, riempire i caffè concerto e seguire le partite brasiliane in compagnia. Catania offre una sorta di “pacchetto completo per il divertimento estivo”: mare di giorno e ogni sera una festa diversa. Basta seguire i principali gruppi organizzativi su facebook per rimanere sempre aggiornati su serate ed eventi.
37 現地メンバーのおすすめ
Le Capannine
93 Viale Kennedy
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In una città come Catania, la movida non va mai in ferie. Anzi, in estate si fa ancora più bella. Le vie del centro storico, sebbene siano il cuore pulsante della vita notturna che non spegne mai le sue luci anche in inverno, nei mesi caldi brulicano ancora di più di gente. Anno dopo anno, la città riscopre nuove zone del centro storico, che si popolano e, in qualche modo, si riqualificano, anche grazie alla scommessa dei gestori e dei giovani che richiamano altri giovani. La vita notturna di Catania è degna delle migliori guide turistiche del life-style, per varietà e buon gusto e si consuma in wine bar anticonformisti e music club di tendenza. Se volessimo tracciare una piccola guida ai maggiori luoghi di ritrovo notturni, potremmo tracciare delle linee che vanno da via Etnea per lo struscio, il Castello Ursino per mangiare dell’ottima carne di cavallo (il cibo cult catanese), via Plebiscito per lo street food, via Santa Filomena per i ristoranti alla moda, via Penninello per i cocktail e i mercatini artistici, via Montesano per il buon vino da gustare in pieno stile bohemien, a due passi da altri piccoli pub con interessante programmazione musicale settimanale. Basta fare due passi e si arriva nel quadrilatero ever green dei cocktail, tra via Di Sangiuliano, via Vasta e via Pacini, la scalinata Alessi. La chiassosa piazza Teatro Massimo è quella che si spegne alle prime luci del giorno, nelle viuzze adiacenti ancora bar, club jazz, pub che mantengono ciò che fece di Catania la Seattle d’Europa, ovvero la musica live strumentale. Le discoteche in estate diventano disco-lidi, dalla Plaia alla Scogliera. C’è da scommettere, poi, sull’ “effetto mondiali” che quest’anno darà uno sprone in più a gruppi di amici e turisti per trascorrere la serata fuori, riempire i caffè concerto e seguire le partite brasiliane in compagnia. Catania offre una sorta di “pacchetto completo per il divertimento estivo”: mare di giorno e ogni sera una festa diversa. Basta seguire i principali gruppi organizzativi su facebook per rimanere sempre aggiornati su serate ed eventi.

Sightseeing

La città antica: l'origine greca e la crescita romana La Città antica Sebbene Catania giaccia ai piedi dell'Etna e nel corso dei secoli sia stata più volte lambita da colate laviche, le vestigia della città antica continuano ad emergere dal sottosuolo, dimostrando falsa l'opinione che il vulcano l'avesse in gran parte cancellata. I numerosi resti del passato greco e romano di Catania anzi, se analizzati sulla base di modelli interpretativi non obsoleti, consentirebbero di offrire per questo periodo un quadro ampio ed articolato delle vicende storiche, urbanistiche ed artistiche della città. Secondo quanto scrive Tucidide Catania venne fondata nel 729 a.C. da coloni greci provenienti da Calcide nell'Eubea : dopo aver dato vita a Naxos nel 734 a.C. costoro, spingendosi verso sud, con la forza delle armi scacciarono dalle loro sedi i Siculi e crearono le città di Leontini e di Catania appunto. In piena consonanza con la notizia dello storico ateniese sono principalmente i risultati di un recentissimo scavo (condotto dalla locale Sovrintendenza ai beni culturali) Odeon : esternoall'interno del Castello Ursino: qui, in un'area che nell’antichità era più vicina al mare di quanto non lo sia attualmente, sono stati rinvenuti strutture e materiali greci che risalgono al periodo tra la fine dell'VIII e gli inizi del VII secolo, attribuibili cioè alla fase originaria della colonia di Catania. Anche sulla sommità della collina dell'acropoli - oggi occupata dalla piazza Dante e dal grandioso monastero benedettino di San Nicolò l'Arena - in una serie di campagne di scavo iniziatesi nel 1978, sono stati scoperti strutture e materiali greci di VII secolo, che messi in relazione con quelli di Castello Ursino, suggeriscono l'idea che l'insediamento di Catania, al pari di quello di altre colonie siciliane, avesse occupato fin dagli inizi un ampio spazio senza procedere però alla sua capillare urbanizzazione. È da ricordare ancora che sempre nel corso delle stesse indagini sulla collina dell'acropoli sono state rinvenute significative tracce di frequentazione del sito nel periodo preistorico, relative in specie al neolitico ed all’età del rame. Per i secoli VII e VI le fonti letterarie sono avare di notizie su Katane (questo il nome della città in epoca greca): ci fanno comunque sapere che, nei decenni iniziali del VI secolo, vi fu attivo Caronda che le avrebbe dato un corpo di leggi scritte. L'indagine archeologica invece permette di seguire durante questo periodo la progressiva - e non pacifica - espansione della colonia calcidese nel suo retroterra; una stipe votiva di eccezionale interesse (rinvenuta in città nel 1959 nell'area di piazza S. Francesco, ancora inedita), attraverso i suoi materiali ceramici di VI secolo provenienti non solo dalle officine di Atene e Corinto, ma anche di Sparta, Chio e altri centri greci, lascia poi intravedere una Katane che risulta a pieno titolo inserita nel mondo ellenico. Nel 476 a.C. la conquista da parte del tiranno siracusano Gerone sconvolse la vita della città : egli ne espulse gli abitanti calcidesi, la ripopolò con un cospicuo numero di Dori di origine siracusana e peloponnesiaca, la rinominò Aitna (Etna); nel 461 a.C., comunque, dopo la caduta della tirannide siracusana, i Calcidesi ritornarono nella loro città ridandole l'antico nome. Nella seconda metà del V secolo, nel corso della grande spedizione ateniese in Sicilia (415-13 a.C.), gli abitanti di Catania si schierarono dalla parte della città attica cercando di contrastare tra l'altro le mire della vicina Siracusa sul proprio territorio. Una decina d'anni dopo la sconfitta ateniese, nel 403 a.C., Catania venne conquistata dal tiranno siracusano Dionigi il Grande: egli ne vendette in parte come schiavi gli abitanti, e introdusse nella cittadinanza gruppi di suoi mercenari campani. Dopo questi avvenimenti, nel IV secolo e nei primi decenni del III, Catania restò inserita nell'orbita della potenza siracusana. Indicativo in tal senso è anche il fatto che tra le statuette della stipe di piazza S. Francesco per il V e il IV secolo il tipo più diffuso sia quello di Kore con la fiaccola, introdotto con ogni verosimiglianza da Gerone, sacerdote appunto di Demetra e Kore, al momento della prima conquista siracusana di Catania. Mappa cliccabile di Catania anticaLa conquista romana del 263 a.C., agli inizi della prima guerra punica, aprì per Catania un periodo di circa sette secoli durante il quale essa accrebbe notevolmente la sua importanza e il suo prestigio, fino al punto che nel IV secolo d.C. il poeta gallico Ausonio associandola a Siracusa la collocò tra i primi centri dell'impero romano. Catania rimase città decumana, cioè soggetta al versamento di una quota di un decimo dei prodotti del suo territorio, per quasi due secoli dopo la sistemazione della provincia di Sicilia da parte del proconsole M.Valerio Levino intorno al 210 a.C.;
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Via Etnea
450 Via Etnea
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La città antica: l'origine greca e la crescita romana La Città antica Sebbene Catania giaccia ai piedi dell'Etna e nel corso dei secoli sia stata più volte lambita da colate laviche, le vestigia della città antica continuano ad emergere dal sottosuolo, dimostrando falsa l'opinione che il vulcano l'avesse in gran parte cancellata. I numerosi resti del passato greco e romano di Catania anzi, se analizzati sulla base di modelli interpretativi non obsoleti, consentirebbero di offrire per questo periodo un quadro ampio ed articolato delle vicende storiche, urbanistiche ed artistiche della città. Secondo quanto scrive Tucidide Catania venne fondata nel 729 a.C. da coloni greci provenienti da Calcide nell'Eubea : dopo aver dato vita a Naxos nel 734 a.C. costoro, spingendosi verso sud, con la forza delle armi scacciarono dalle loro sedi i Siculi e crearono le città di Leontini e di Catania appunto. In piena consonanza con la notizia dello storico ateniese sono principalmente i risultati di un recentissimo scavo (condotto dalla locale Sovrintendenza ai beni culturali) Odeon : esternoall'interno del Castello Ursino: qui, in un'area che nell’antichità era più vicina al mare di quanto non lo sia attualmente, sono stati rinvenuti strutture e materiali greci che risalgono al periodo tra la fine dell'VIII e gli inizi del VII secolo, attribuibili cioè alla fase originaria della colonia di Catania. Anche sulla sommità della collina dell'acropoli - oggi occupata dalla piazza Dante e dal grandioso monastero benedettino di San Nicolò l'Arena - in una serie di campagne di scavo iniziatesi nel 1978, sono stati scoperti strutture e materiali greci di VII secolo, che messi in relazione con quelli di Castello Ursino, suggeriscono l'idea che l'insediamento di Catania, al pari di quello di altre colonie siciliane, avesse occupato fin dagli inizi un ampio spazio senza procedere però alla sua capillare urbanizzazione. È da ricordare ancora che sempre nel corso delle stesse indagini sulla collina dell'acropoli sono state rinvenute significative tracce di frequentazione del sito nel periodo preistorico, relative in specie al neolitico ed all’età del rame. Per i secoli VII e VI le fonti letterarie sono avare di notizie su Katane (questo il nome della città in epoca greca): ci fanno comunque sapere che, nei decenni iniziali del VI secolo, vi fu attivo Caronda che le avrebbe dato un corpo di leggi scritte. L'indagine archeologica invece permette di seguire durante questo periodo la progressiva - e non pacifica - espansione della colonia calcidese nel suo retroterra; una stipe votiva di eccezionale interesse (rinvenuta in città nel 1959 nell'area di piazza S. Francesco, ancora inedita), attraverso i suoi materiali ceramici di VI secolo provenienti non solo dalle officine di Atene e Corinto, ma anche di Sparta, Chio e altri centri greci, lascia poi intravedere una Katane che risulta a pieno titolo inserita nel mondo ellenico. Nel 476 a.C. la conquista da parte del tiranno siracusano Gerone sconvolse la vita della città : egli ne espulse gli abitanti calcidesi, la ripopolò con un cospicuo numero di Dori di origine siracusana e peloponnesiaca, la rinominò Aitna (Etna); nel 461 a.C., comunque, dopo la caduta della tirannide siracusana, i Calcidesi ritornarono nella loro città ridandole l'antico nome. Nella seconda metà del V secolo, nel corso della grande spedizione ateniese in Sicilia (415-13 a.C.), gli abitanti di Catania si schierarono dalla parte della città attica cercando di contrastare tra l'altro le mire della vicina Siracusa sul proprio territorio. Una decina d'anni dopo la sconfitta ateniese, nel 403 a.C., Catania venne conquistata dal tiranno siracusano Dionigi il Grande: egli ne vendette in parte come schiavi gli abitanti, e introdusse nella cittadinanza gruppi di suoi mercenari campani. Dopo questi avvenimenti, nel IV secolo e nei primi decenni del III, Catania restò inserita nell'orbita della potenza siracusana. Indicativo in tal senso è anche il fatto che tra le statuette della stipe di piazza S. Francesco per il V e il IV secolo il tipo più diffuso sia quello di Kore con la fiaccola, introdotto con ogni verosimiglianza da Gerone, sacerdote appunto di Demetra e Kore, al momento della prima conquista siracusana di Catania. Mappa cliccabile di Catania anticaLa conquista romana del 263 a.C., agli inizi della prima guerra punica, aprì per Catania un periodo di circa sette secoli durante il quale essa accrebbe notevolmente la sua importanza e il suo prestigio, fino al punto che nel IV secolo d.C. il poeta gallico Ausonio associandola a Siracusa la collocò tra i primi centri dell'impero romano. Catania rimase città decumana, cioè soggetta al versamento di una quota di un decimo dei prodotti del suo territorio, per quasi due secoli dopo la sistemazione della provincia di Sicilia da parte del proconsole M.Valerio Levino intorno al 210 a.C.;
Il Teatro Al teatro antico si accede dal n. 266 di via Vittorio Emanuele. Il monumento, addossato al versante meridionale della collina dell'acropoli, costruito con materiali lavici, ha un diametro di m. 102 circa e poteva ospitare almeno 7.000 spettatori; oggi sono visibili la maggior parte della cavea, il margine dell'orchestra e pochi resti della scena. La cavea nel suo complesso poggia su tre alti corridoi con copertura a volta intesi a facilitare il movimento degli spettatori: la parte mediana e quella inferiore, distinte orizzontalmente in tre sezioni da due passaggi (praecinctiones), in senso verticale risultano divise in nove cunei da 8 scalette. I sedili sono in calcare; le file inferiori del secondo e terzo cuneo, invece, erano ricoperte di marmo, in quanto riservate a personaggi di riguardo. Anche l'orchestra era pavimentata in marmo. Alle spalle della cavea mediana si innalza un alto muro che la divide dal settore superiore; quest'ultimo consta di poche file di posti ed è servito da due scale appoggiate al muro di cinta del teatro. Il teatro : la caveaL'uso della piattaforma al centro di questo settore resta incerto: forse sosteneva un tempietto, come in altri edifici teatrali italici e nord africani. Il Teatro antico La cronologia dell'edificio è dibattuta. Certamente in uso fino alla tarda antichità, anche per giochi d'acqua, nella sua forma attuale il teatro sembra risalire ai primi decenni del II secolo d.C. Resti architettonici relativi ad almeno due fasi precedenti sono stati però identificati in varie zone del monumento ed assegnati al I secolo d.C. (et… giulio-claudia e flavia). È verisimile inoltre che il teatro romano si sia sovrapposto al teatro greco d’età classica quello in cui Alcibiade avrebbe parlato agli abitanti di Catania durante la guerra del Peloponneso ed ellenistica; di questi edifici precedenti e relativi alla città greca nessun resto sicuro è stato però finora identificato. Nell'XI secolo, per volere del conte Ruggero, il teatro venne largamente spogliato dei suoi rivestimenti marmorei che furono adoperati nella costruzione della Cattedrale. Nella seconda metà del XVIII secolo il principe di Biscari iniziò lo scavo del monumento, recuperando tra l'altro iscrizioni, decorazioni marmoree e frammenti statuari (ora nel locale Museo civico). Negli anni Trenta cominciarono i lavori di demolizione degli edifici che avevano invaso la cavea nel corso dei secoli, operazione questa non ancora conclusa; negli ultimi decenni inoltre si è proceduto in varie riprese al restauro delle parti in vista del teatro. Nel 1979 e nel l980 infine le indagini condotte dalla Sovrintendenza Archeologica di Siracusa e dall’Università di Catania, oltre ad individuare elementi utili alla datazione delle diverse fasi di costruzione, hanno messo in luce importanti resti dell'impianto scenico. L'Anfiteatro romano Anfiteatro romano L'anfiteatro romano è oggi visibile in piccola parte nella centralissima piazza Stesicoro; il suo circuito esterno ricade tra le odierne via Penninello, via Neve e la chiesa di S. Biagio. La parte in vista dell'edificio, costruito con materiali lavici lungo il margine settentrionale della città romana, corrisponde ad un tratto della metà settentrionale dell'ellissi. Qui si distinguono il corridoio esterno, e il primo ordine della facciata, oltre ad un sistema di archi e volte destinati a sostenere le gradinate ed il corridoio superiore. Sono visibili anche un tratto del corridoio interno, che conduceva tramite una serie di scale alla cavea, una parte dell'arena e del suo L' anfiteatromuro di fondo. Della partizione della cavea non si sa molto, e le poche file di sedili in vista appaiono restaurate. Come negli altri edifici pubblici della Catania romana, notevole effetto decorativo era raggiunto tramite il contrasto cromatico tra i filari di blocchi di pietra lavica e gli inserti in mattoni e in marmo. La struttura poderosa e le dimensioni notevoli (m. 125 x m. 105) risultano ancora oggi evidenti: con una capienza di circa 15.000 spettatori l'anfiteatro catanese è il più grande degli edifici di questo genere costruiti in Sicilia. La sua datazione è incerta, ma sulla base della tecnica di costruzione l'edificio dovrebbe essere posteriore al teatro, ed assegnarsi ai decenni centrali del II secolo d.C. tra V e VI secolo il monumento era in tale stato di abbandono che Teodorico, allora signore della Sicilia, concesse ai Catanesi il permesso di utilizzarlo come cava di pietre da costruzione; nell'XI secolo alcuni blocchi di pietra lavica vennero reimpiegati per la costruzione della Cattedrale, e sono ancora oggi riconoscibili nel muro esterno dell’abside. Agli inizi del XVI secolo il fatto che l'edificio fosse appoggiato alle mura e potesse offrire facile accesso ai nemici spinse il senato cittadino ad ordinare la distruzione delle parti più alte; danni ulteriori furono inferti dal terremoto del 1693.
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Via Vittorio Emanuele II
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Il Teatro Al teatro antico si accede dal n. 266 di via Vittorio Emanuele. Il monumento, addossato al versante meridionale della collina dell'acropoli, costruito con materiali lavici, ha un diametro di m. 102 circa e poteva ospitare almeno 7.000 spettatori; oggi sono visibili la maggior parte della cavea, il margine dell'orchestra e pochi resti della scena. La cavea nel suo complesso poggia su tre alti corridoi con copertura a volta intesi a facilitare il movimento degli spettatori: la parte mediana e quella inferiore, distinte orizzontalmente in tre sezioni da due passaggi (praecinctiones), in senso verticale risultano divise in nove cunei da 8 scalette. I sedili sono in calcare; le file inferiori del secondo e terzo cuneo, invece, erano ricoperte di marmo, in quanto riservate a personaggi di riguardo. Anche l'orchestra era pavimentata in marmo. Alle spalle della cavea mediana si innalza un alto muro che la divide dal settore superiore; quest'ultimo consta di poche file di posti ed è servito da due scale appoggiate al muro di cinta del teatro. Il teatro : la caveaL'uso della piattaforma al centro di questo settore resta incerto: forse sosteneva un tempietto, come in altri edifici teatrali italici e nord africani. Il Teatro antico La cronologia dell'edificio è dibattuta. Certamente in uso fino alla tarda antichità, anche per giochi d'acqua, nella sua forma attuale il teatro sembra risalire ai primi decenni del II secolo d.C. Resti architettonici relativi ad almeno due fasi precedenti sono stati però identificati in varie zone del monumento ed assegnati al I secolo d.C. (et… giulio-claudia e flavia). È verisimile inoltre che il teatro romano si sia sovrapposto al teatro greco d’età classica quello in cui Alcibiade avrebbe parlato agli abitanti di Catania durante la guerra del Peloponneso ed ellenistica; di questi edifici precedenti e relativi alla città greca nessun resto sicuro è stato però finora identificato. Nell'XI secolo, per volere del conte Ruggero, il teatro venne largamente spogliato dei suoi rivestimenti marmorei che furono adoperati nella costruzione della Cattedrale. Nella seconda metà del XVIII secolo il principe di Biscari iniziò lo scavo del monumento, recuperando tra l'altro iscrizioni, decorazioni marmoree e frammenti statuari (ora nel locale Museo civico). Negli anni Trenta cominciarono i lavori di demolizione degli edifici che avevano invaso la cavea nel corso dei secoli, operazione questa non ancora conclusa; negli ultimi decenni inoltre si è proceduto in varie riprese al restauro delle parti in vista del teatro. Nel 1979 e nel l980 infine le indagini condotte dalla Sovrintendenza Archeologica di Siracusa e dall’Università di Catania, oltre ad individuare elementi utili alla datazione delle diverse fasi di costruzione, hanno messo in luce importanti resti dell'impianto scenico. L'Anfiteatro romano Anfiteatro romano L'anfiteatro romano è oggi visibile in piccola parte nella centralissima piazza Stesicoro; il suo circuito esterno ricade tra le odierne via Penninello, via Neve e la chiesa di S. Biagio. La parte in vista dell'edificio, costruito con materiali lavici lungo il margine settentrionale della città romana, corrisponde ad un tratto della metà settentrionale dell'ellissi. Qui si distinguono il corridoio esterno, e il primo ordine della facciata, oltre ad un sistema di archi e volte destinati a sostenere le gradinate ed il corridoio superiore. Sono visibili anche un tratto del corridoio interno, che conduceva tramite una serie di scale alla cavea, una parte dell'arena e del suo L' anfiteatromuro di fondo. Della partizione della cavea non si sa molto, e le poche file di sedili in vista appaiono restaurate. Come negli altri edifici pubblici della Catania romana, notevole effetto decorativo era raggiunto tramite il contrasto cromatico tra i filari di blocchi di pietra lavica e gli inserti in mattoni e in marmo. La struttura poderosa e le dimensioni notevoli (m. 125 x m. 105) risultano ancora oggi evidenti: con una capienza di circa 15.000 spettatori l'anfiteatro catanese è il più grande degli edifici di questo genere costruiti in Sicilia. La sua datazione è incerta, ma sulla base della tecnica di costruzione l'edificio dovrebbe essere posteriore al teatro, ed assegnarsi ai decenni centrali del II secolo d.C. tra V e VI secolo il monumento era in tale stato di abbandono che Teodorico, allora signore della Sicilia, concesse ai Catanesi il permesso di utilizzarlo come cava di pietre da costruzione; nell'XI secolo alcuni blocchi di pietra lavica vennero reimpiegati per la costruzione della Cattedrale, e sono ancora oggi riconoscibili nel muro esterno dell’abside. Agli inizi del XVI secolo il fatto che l'edificio fosse appoggiato alle mura e potesse offrire facile accesso ai nemici spinse il senato cittadino ad ordinare la distruzione delle parti più alte; danni ulteriori furono inferti dal terremoto del 1693.
L'Odeon L'Odeon Situato appena ad ovest del teatro ed anch'esso costruito in pietra lavica, l'odeon (piccola sala coperta di pianta simile a quella teatrale e destinata ad ospitare esibizioni musicali ed oratorie) venne eretto dopo l'edificio maggiore, ma la sua cronologia, tra II e III secolo d.C., non può al momento essere ulteriormente precisata. Mentre la scena e il suo muro di fondo sono in parte coperte da costruzioni moderne, la cavea è del tutto in vista. Essa è divisa in due parti: l'inferiore consta di tre cunei, con 11 file di sedili e quattro scalette; la superiore, invece, in cattivo stato di conservazione, poggia su una serie di muri disposti a raggiera. La funzione dei 17 vani formati da questi muri non è chiara, ad essi comunque si accedeva da una serie di aperture ad arco che si aprono sulla facciata. L'orchestra era pavimentata in marmo; la decorazione dell'edificio era fondata sul contrasto della pietra lavica (il materiale di costruzione di base con i riporti in mattoni e le decorazioni in marmo. I Complessi Termali Complessi termali A nord-est del cosiddetto foro, in via della Rotonda, una sala circolare, coperta da una cupola sostenuta da otto archi, costituisce l'unica parte rimasta di un interessante complesso termale. Nel VI secolo, l'ambiente venne trasformato in chiesa cristiana innalzando il livello pavimentale di circa m. 2. Delle nicchie occupate dalle vasche termali, l'una venne adoperata per l'abside, le altre due per le cappelle laterali. Nonostante tali trasformazioni, l'edificio venne già correttamente identificato dal principe di Biscari. Scavi e restauri eseguiti nei primi anni Cinquanta da Guido Libertini consentirono di distinguere due fasi nell'utilizzazione del complesso, la più antica tardo-ellenistica, la più recente d’età imperiale (II III secolo d.C.). Un altro complesso termale si trova in piazza Currò, a sud della Cattedrale, parzialmente incorporato nel convento carmelitano di S. Maria dell'Indirizzo, da cui l'edificio ha tratto la denominazione corrente di "terme dell'Indirizzo". Complessi termali Sono ancora visibili una diecina di ambienti che conservano le coperture originarie; in particolare si riconoscono gli impianti per il funzionamento delle terme: le fornaci per il riscaldamento delle sale, i condotti per l'aria calda, i canali per il deflusso delle acque. Il centro del complesso è occupato da una sala di pianta ottagonale con copertura a cupola e ampie nicchie nelle pareti. La datazione dell'edificio dovrebbe oscillare tra il IV e il V secolo d.C. al 434 d.C. risalgono i restauri eseguiti in un terzo complesso termale e ricordati in un'iscrizione greca, dove esso è citato come terme Achilliane; queste sono da identificare con alcune strutture parzialmente sottostanti alla Cattedrale. Vi si accede da una botola posta dinanzi alla chiesa. Domina un'ampia sala rettangolare con, al centro, quattro pilastri che sostengono le volte; il soffitto era decorato a stucco con putti e tralci di vite. Numerosi altri vani circondano la sala a pilastri, facendo presupporre che il complesso fosse di ragguardevoli dimensioni. Venne forse edificato dal governatore di Sicilia Lusio Laberio agli inizi del III secolo d.C., come sembra indicare un'iscrizione (ormai perduta) che campeggiava sulla facciata della Cattedrale prima del terremoto del 1693.
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Via Giuseppe Garibaldi
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L'Odeon L'Odeon Situato appena ad ovest del teatro ed anch'esso costruito in pietra lavica, l'odeon (piccola sala coperta di pianta simile a quella teatrale e destinata ad ospitare esibizioni musicali ed oratorie) venne eretto dopo l'edificio maggiore, ma la sua cronologia, tra II e III secolo d.C., non può al momento essere ulteriormente precisata. Mentre la scena e il suo muro di fondo sono in parte coperte da costruzioni moderne, la cavea è del tutto in vista. Essa è divisa in due parti: l'inferiore consta di tre cunei, con 11 file di sedili e quattro scalette; la superiore, invece, in cattivo stato di conservazione, poggia su una serie di muri disposti a raggiera. La funzione dei 17 vani formati da questi muri non è chiara, ad essi comunque si accedeva da una serie di aperture ad arco che si aprono sulla facciata. L'orchestra era pavimentata in marmo; la decorazione dell'edificio era fondata sul contrasto della pietra lavica (il materiale di costruzione di base con i riporti in mattoni e le decorazioni in marmo. I Complessi Termali Complessi termali A nord-est del cosiddetto foro, in via della Rotonda, una sala circolare, coperta da una cupola sostenuta da otto archi, costituisce l'unica parte rimasta di un interessante complesso termale. Nel VI secolo, l'ambiente venne trasformato in chiesa cristiana innalzando il livello pavimentale di circa m. 2. Delle nicchie occupate dalle vasche termali, l'una venne adoperata per l'abside, le altre due per le cappelle laterali. Nonostante tali trasformazioni, l'edificio venne già correttamente identificato dal principe di Biscari. Scavi e restauri eseguiti nei primi anni Cinquanta da Guido Libertini consentirono di distinguere due fasi nell'utilizzazione del complesso, la più antica tardo-ellenistica, la più recente d’età imperiale (II III secolo d.C.). Un altro complesso termale si trova in piazza Currò, a sud della Cattedrale, parzialmente incorporato nel convento carmelitano di S. Maria dell'Indirizzo, da cui l'edificio ha tratto la denominazione corrente di "terme dell'Indirizzo". Complessi termali Sono ancora visibili una diecina di ambienti che conservano le coperture originarie; in particolare si riconoscono gli impianti per il funzionamento delle terme: le fornaci per il riscaldamento delle sale, i condotti per l'aria calda, i canali per il deflusso delle acque. Il centro del complesso è occupato da una sala di pianta ottagonale con copertura a cupola e ampie nicchie nelle pareti. La datazione dell'edificio dovrebbe oscillare tra il IV e il V secolo d.C. al 434 d.C. risalgono i restauri eseguiti in un terzo complesso termale e ricordati in un'iscrizione greca, dove esso è citato come terme Achilliane; queste sono da identificare con alcune strutture parzialmente sottostanti alla Cattedrale. Vi si accede da una botola posta dinanzi alla chiesa. Domina un'ampia sala rettangolare con, al centro, quattro pilastri che sostengono le volte; il soffitto era decorato a stucco con putti e tralci di vite. Numerosi altri vani circondano la sala a pilastri, facendo presupporre che il complesso fosse di ragguardevoli dimensioni. Venne forse edificato dal governatore di Sicilia Lusio Laberio agli inizi del III secolo d.C., come sembra indicare un'iscrizione (ormai perduta) che campeggiava sulla facciata della Cattedrale prima del terremoto del 1693.
L'area del foro Il Foro A sud-ovest del teatro, nel cortile S. Pantaleone (raggiungibile dalla via Vittorio Emanuele, svoltando per la via Porro e la via Orfanelli), viene solitamente localizzata l'area centrale del foro della città romana (qui era forse anche il suo precedente greco, (agorà). La denominazione di foro è stata data dal principe di Biscari ad un complesso di edifici in rovina che formano l'angolo sud est di una piazza; nel XVI secolo il margine esterno di quest'ultima era ancora pressochè completo. Sul lato meridionale sono oggi visibili, alla profondità di m. 7 35 dal livello della via Vittorio Emanuele, otto ambienti bipartiti (tabernae?). Sul lato orientale, alla stessa profondità, si trova invece un lungo corridoio, in cui sono state riscontrate tracce di opera reticolata; sopra di esso, a m. 2.35 di profondità, è un porticato largo m. 7. Tale sistemazione è stata interpretata come un complesso di portici e criptoportici, usuale in Italia, che risale probabilmente agli anni della fondazione della colonia romana. Nelle immediate vicinanze del cortile S. Pantaleone, e soprattutto a nord di esso, sono stati rinvenuti numerosi i resti della città imperiale. In particolare il convento di ,S.Agostino, sito lungo la via Vittorio Emanuele ed oggi sede di una scuola, sorge su antiche volte e porticati, ed al suo interno sono stati segnalati i resti di un pavimento lastricato. Da qui provengono le 32 colonne, certo pertinenti ad un edificio pubblico romano (forse una basilica), che nel XVIII secolo vennero utilizzate per i portici del Piano S. Filippo (attuale piazza Mazzini), ed anche un colossale torso marmoreo (ora al Museo civico) da attribuire alla statua di un imperatore divinizzato. Ciò fa ritenere che tutta la zona avesse una funzione pubblica e facesse parte dell'area forense. Le Necropoli chiesa S.Euplio Le necropoli della città antica si estendevano soprattutto nell'area a nord e ad est dell'anfiteatro, che come si è detto costituiva il limite settentrionale dell'abitato. Subito a nord dell'anfiteatro, in via S.Euplio, sotto la chiesa omonima distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, si conserva un vano sotterraneo con nicchie quadrangolari che fu adibito a sepolcro; poco più a nord, nel corso dei lavori di costruzione del palazzo delle Poste prima e de "La Rinascente" poi, lungo la via Etnea, è stata localizzata un'ampia necropoli d’età romana (ancora visitabile sotto "La Rinascente". Ad est della via Etnea, nel primo cortile del convento (ora caserma Lucchesi-Palli) annesso alla chiesa del Carmine, sono in vista i resti di una tomba romana, che la vulgata identifica con quella del poeta greco Stesicoro e che alcuni studiosi attribuiscono con scarso fondamento all’età classica. Un'altra zona occupata da necropoli, in uso fin da età ellenistica, è stata identificata intorno al viale Regina Margherita e alla piazza S.Maria di Gesù. All'interno del perimetro dell'Ospedale Garibaldi si trova un colombario rettangolare con 18 nicchie; nella via Ipogeo, con ingresso dalla via Sanfilippo, è visibile un piccolo monumento funerario romano, che consta di una camera rettangolare, seminterrata rispetto al piano di campagna, che era forse sormontata da un secondo piano. Un altro edificio sepolcrale, di forma circolare e a due piani, è stato identificato nel giardino dello stabile sito ai nn. 33-35 di viale Regina Margherita: da un'apertura ad arco sul versante occidentale si accede ad una cameretta con quattro nicchie nelle pareti. Negli anni Cinquanta, a sud della piazza S.Maria di Gesù, sul lato ovest della via Androne ed all'incrocio con la via Dottor Consoli, è stato scoperto da Giovanni Rizza il più significativo complesso cemeteriale della Catania cristiana. Tra i recinti delle tombe sono stati individuati i resti di una basilichetta degli inizi del IV secolo d.C., con navata a corridoio e corpo absidale a trichora. Di essa lo scavatore ha proposto l'identificazione con il martyrium presso cui venne sepolta la piccola Iulia Florentina, morta ad un anno e mezzo di età ad Ibla, vicino Catania, come ricorda un'iscrizione oggi nei magazzini del Louvre. Appena a nord della prima basilica, ne è stata identificata una seconda (l'abside esiste ancora sotto la casa Lombardo), parallela alla precedente ma più ampia, che si sovrappone anch'essa alle tombe; databile intorno alla metà del VI secolo d.C., era pavimentata con un mosaico policromo, ora al Museo civico, decorato con scene marine, e di vita agricola, pastorale e animale.
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Via Crociferi
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L'area del foro Il Foro A sud-ovest del teatro, nel cortile S. Pantaleone (raggiungibile dalla via Vittorio Emanuele, svoltando per la via Porro e la via Orfanelli), viene solitamente localizzata l'area centrale del foro della città romana (qui era forse anche il suo precedente greco, (agorà). La denominazione di foro è stata data dal principe di Biscari ad un complesso di edifici in rovina che formano l'angolo sud est di una piazza; nel XVI secolo il margine esterno di quest'ultima era ancora pressochè completo. Sul lato meridionale sono oggi visibili, alla profondità di m. 7 35 dal livello della via Vittorio Emanuele, otto ambienti bipartiti (tabernae?). Sul lato orientale, alla stessa profondità, si trova invece un lungo corridoio, in cui sono state riscontrate tracce di opera reticolata; sopra di esso, a m. 2.35 di profondità, è un porticato largo m. 7. Tale sistemazione è stata interpretata come un complesso di portici e criptoportici, usuale in Italia, che risale probabilmente agli anni della fondazione della colonia romana. Nelle immediate vicinanze del cortile S. Pantaleone, e soprattutto a nord di esso, sono stati rinvenuti numerosi i resti della città imperiale. In particolare il convento di ,S.Agostino, sito lungo la via Vittorio Emanuele ed oggi sede di una scuola, sorge su antiche volte e porticati, ed al suo interno sono stati segnalati i resti di un pavimento lastricato. Da qui provengono le 32 colonne, certo pertinenti ad un edificio pubblico romano (forse una basilica), che nel XVIII secolo vennero utilizzate per i portici del Piano S. Filippo (attuale piazza Mazzini), ed anche un colossale torso marmoreo (ora al Museo civico) da attribuire alla statua di un imperatore divinizzato. Ciò fa ritenere che tutta la zona avesse una funzione pubblica e facesse parte dell'area forense. Le Necropoli chiesa S.Euplio Le necropoli della città antica si estendevano soprattutto nell'area a nord e ad est dell'anfiteatro, che come si è detto costituiva il limite settentrionale dell'abitato. Subito a nord dell'anfiteatro, in via S.Euplio, sotto la chiesa omonima distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, si conserva un vano sotterraneo con nicchie quadrangolari che fu adibito a sepolcro; poco più a nord, nel corso dei lavori di costruzione del palazzo delle Poste prima e de "La Rinascente" poi, lungo la via Etnea, è stata localizzata un'ampia necropoli d’età romana (ancora visitabile sotto "La Rinascente". Ad est della via Etnea, nel primo cortile del convento (ora caserma Lucchesi-Palli) annesso alla chiesa del Carmine, sono in vista i resti di una tomba romana, che la vulgata identifica con quella del poeta greco Stesicoro e che alcuni studiosi attribuiscono con scarso fondamento all’età classica. Un'altra zona occupata da necropoli, in uso fin da età ellenistica, è stata identificata intorno al viale Regina Margherita e alla piazza S.Maria di Gesù. All'interno del perimetro dell'Ospedale Garibaldi si trova un colombario rettangolare con 18 nicchie; nella via Ipogeo, con ingresso dalla via Sanfilippo, è visibile un piccolo monumento funerario romano, che consta di una camera rettangolare, seminterrata rispetto al piano di campagna, che era forse sormontata da un secondo piano. Un altro edificio sepolcrale, di forma circolare e a due piani, è stato identificato nel giardino dello stabile sito ai nn. 33-35 di viale Regina Margherita: da un'apertura ad arco sul versante occidentale si accede ad una cameretta con quattro nicchie nelle pareti. Negli anni Cinquanta, a sud della piazza S.Maria di Gesù, sul lato ovest della via Androne ed all'incrocio con la via Dottor Consoli, è stato scoperto da Giovanni Rizza il più significativo complesso cemeteriale della Catania cristiana. Tra i recinti delle tombe sono stati individuati i resti di una basilichetta degli inizi del IV secolo d.C., con navata a corridoio e corpo absidale a trichora. Di essa lo scavatore ha proposto l'identificazione con il martyrium presso cui venne sepolta la piccola Iulia Florentina, morta ad un anno e mezzo di età ad Ibla, vicino Catania, come ricorda un'iscrizione oggi nei magazzini del Louvre. Appena a nord della prima basilica, ne è stata identificata una seconda (l'abside esiste ancora sotto la casa Lombardo), parallela alla precedente ma più ampia, che si sovrappone anch'essa alle tombe; databile intorno alla metà del VI secolo d.C., era pavimentata con un mosaico policromo, ora al Museo civico, decorato con scene marine, e di vita agricola, pastorale e animale.

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Parco dell'Etna Istituito nel 1987, è il primo parco naturale siciliano. Dopo il Parco dei Nebrodi è l'area protetta più estesa della Sicilia (circa 59.000 ha). Con i suoi circa 3.300 metri di altitudine, l'Etna rappresenta una sorta di gigante di fuoco posto al cuore del Mar Mediterraneo: una considerazione necessaria, per comprendere quale straordinario ecosistema rappresenti oggi questo che è il vulcano attivo più alto d'Europa. Un'alta escursione termica, il susseguirsi continuo di eruzioni, la varietà di paesaggio (dal mare ai boschi alle colate laviche) ne fanno un habitat vario cui si adatta una incredibile quantità di specie animali e vegetali. Ma attenzione: oltre i 2500 metri non cresce più nulla, se non qualche sporadica ginestra. Nel corso di una escursione che resta incisa nella memoria, sedendo su uno sperone di lava raffreddato anzitempo dalle notti ghiacciate, contemplaremo, insieme, mirando dall'alto le isole Eolie, la straordinaria fusione di acqua e fuoco, di terra ed aria. Se consideriamo l'Etna come un vulcano attivo che si erge maestoso nel cuore del Mar Mediterraneo, comprendiamo anche quale straordinario esempio di biodiversità rappresenti oggi questo che è stato il primo parco naturale istituito in Sicilia. Dalle dolci colline etnee al cratere sommitale, dal clima mediterraneo alle rigide temperature di alta quota, il paesaggio si snoda in una ampia varietà faunistico-vegetazionale che ha attirato scienziati e ricercatori da tutto il mondo, incurisiositi, qui, da come l'incontro di acqua e terra, di fuoco e aria abbia dato vita ad albo di endemismi assolutamente straordinari. Il Parco dell'Etna, suddiviso in 4 zone di protezione, abbraccia venti Comuni della Provincia di Catania, e rappresenta, nel suo complesso, un insieme ambientale unico nel Mediterraneo L'Etna possiede quattro crateri sommitali , Bocca Nuova, Voragine, Cratere di nord-est e Cratere di sud-est. Sulle sue pendici si trovano centinaia di coni avventizi, formatisi durante le eruzioni susseguitesi nel corso dei millenni. La Valle del Bove è una depressione che si apre verso il mare sul fianco orientale del vulcano, larga circa 5 km e lunga 8, la scarpata, nella sua parte più scoscesa è alta 1200m. L'origine di questa depressione è da imputare ad una o più frane verificatesi sul fianco del vulcano probabilmente nel corso di eruzioni esplosive. La prima fase eruttiva dell'Etna è iniziata circa 300 mila anni fa, a livello sottomarino. La lava che fuoriesce da fratture del fondale, essendo sottoposta alla pressione idrostatica e alle basse temperature, si raffredda repentinamente attorno alla bocca di emissione dando luogo alle lave a cuscino, alcune delle quali visibili oggi ad Aci Castello. Fra le più potenti eruzioni della storia dell'Etna, dobbiamo ricordare quella del 1669: una bocca eruttiva si aprì a Nicolosi, a soli 800m di quota, con un'attività di tipo stromboliano che diede origine ai coni dei Monti Rossi e che raggiunse e distrusse la città di Catania per poi riversarsi in mare. Trascurando il tentativo fatto nel 1669 dagli abitanti di Nicolosi, il primo reale intervento di deviazione di una colata lavica da parte dell'uomo venne realizzato dal Dipartimento della Protezione Civile durante l'eruzione del 1983. Successivamente tale tipo di intervento è stato ripetuto, con modalità differenti e con maggior successo, in occasione delle eruzioni del 1992, 2001 e 2002.
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アドベンチャーエトナパーク
41 Via Acque del Vescovo
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Parco dell'Etna Istituito nel 1987, è il primo parco naturale siciliano. Dopo il Parco dei Nebrodi è l'area protetta più estesa della Sicilia (circa 59.000 ha). Con i suoi circa 3.300 metri di altitudine, l'Etna rappresenta una sorta di gigante di fuoco posto al cuore del Mar Mediterraneo: una considerazione necessaria, per comprendere quale straordinario ecosistema rappresenti oggi questo che è il vulcano attivo più alto d'Europa. Un'alta escursione termica, il susseguirsi continuo di eruzioni, la varietà di paesaggio (dal mare ai boschi alle colate laviche) ne fanno un habitat vario cui si adatta una incredibile quantità di specie animali e vegetali. Ma attenzione: oltre i 2500 metri non cresce più nulla, se non qualche sporadica ginestra. Nel corso di una escursione che resta incisa nella memoria, sedendo su uno sperone di lava raffreddato anzitempo dalle notti ghiacciate, contemplaremo, insieme, mirando dall'alto le isole Eolie, la straordinaria fusione di acqua e fuoco, di terra ed aria. Se consideriamo l'Etna come un vulcano attivo che si erge maestoso nel cuore del Mar Mediterraneo, comprendiamo anche quale straordinario esempio di biodiversità rappresenti oggi questo che è stato il primo parco naturale istituito in Sicilia. Dalle dolci colline etnee al cratere sommitale, dal clima mediterraneo alle rigide temperature di alta quota, il paesaggio si snoda in una ampia varietà faunistico-vegetazionale che ha attirato scienziati e ricercatori da tutto il mondo, incurisiositi, qui, da come l'incontro di acqua e terra, di fuoco e aria abbia dato vita ad albo di endemismi assolutamente straordinari. Il Parco dell'Etna, suddiviso in 4 zone di protezione, abbraccia venti Comuni della Provincia di Catania, e rappresenta, nel suo complesso, un insieme ambientale unico nel Mediterraneo L'Etna possiede quattro crateri sommitali , Bocca Nuova, Voragine, Cratere di nord-est e Cratere di sud-est. Sulle sue pendici si trovano centinaia di coni avventizi, formatisi durante le eruzioni susseguitesi nel corso dei millenni. La Valle del Bove è una depressione che si apre verso il mare sul fianco orientale del vulcano, larga circa 5 km e lunga 8, la scarpata, nella sua parte più scoscesa è alta 1200m. L'origine di questa depressione è da imputare ad una o più frane verificatesi sul fianco del vulcano probabilmente nel corso di eruzioni esplosive. La prima fase eruttiva dell'Etna è iniziata circa 300 mila anni fa, a livello sottomarino. La lava che fuoriesce da fratture del fondale, essendo sottoposta alla pressione idrostatica e alle basse temperature, si raffredda repentinamente attorno alla bocca di emissione dando luogo alle lave a cuscino, alcune delle quali visibili oggi ad Aci Castello. Fra le più potenti eruzioni della storia dell'Etna, dobbiamo ricordare quella del 1669: una bocca eruttiva si aprì a Nicolosi, a soli 800m di quota, con un'attività di tipo stromboliano che diede origine ai coni dei Monti Rossi e che raggiunse e distrusse la città di Catania per poi riversarsi in mare. Trascurando il tentativo fatto nel 1669 dagli abitanti di Nicolosi, il primo reale intervento di deviazione di una colata lavica da parte dell'uomo venne realizzato dal Dipartimento della Protezione Civile durante l'eruzione del 1983. Successivamente tale tipo di intervento è stato ripetuto, con modalità differenti e con maggior successo, in occasione delle eruzioni del 1992, 2001 e 2002.
Parco dell'Alcantara Con l’istituzione nel 2001 dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara si è voluto salvaguardare, gestire, conservare e difendere il paesaggio e l’ambiente naturale della valle dell’omonimo fiume "per consentire migliori condizioni di abitabilità nell’ambito dello sviluppo dell’economia e di un corretto assetto dei territori interessati, per la ricreazione e la cultura dei cittadini e l’uso sociale e pubblico dei beni stessi, nonché per scopi scientifici". Il Parco ricade nel territorio di 12 Comuni, ubicati tra le province di Messina e di Catania. L’Alcantara nasce da una serie di piccole sorgenti sui monti Nebrodi, nei pressi di Floresta, ad un altitudine circa 1.500 metri e dopo aver attraversato la valle per circa 50 km, le preziose acque si riversano in mare mescolandosi allo Jonio in prossimità delle rovine dell’antica città di Naxos. Il fiume, scorrendo ed erodendo il duro basalto vulcanico, ha creato, in alcuni tratti, pareti verticali conosciute come "gole", portando alla luce il cuore delle colate laviche. Il visitatore potrà ammirare le spettacolari morfologie prismatiche dei basalti colonnari, singolari sculture naturali che richiamano allineate canne d’organo, eleganti ventagli e ordinate cataste di legna. L'Alcantara è uno dei principali corsi d'acqua della Sicilia, con ambienti naturali di grande interesse naturalistico e paesaggistico. Il Parco fluviale, tuttavia, è stato istituito nell'area originariamente prevista per la riserva naturale "Fiume Alcantara" inclusa nel Piano regionale delle Riserve naturali del 1991. La perimetrazione della riserva naturale, che è quindi l'attuale perimetrazione del Parco fluviale, è del tutto insufficiente a tutelare gli ambienti naturali acquatici e ripari in quanto è limitata ad una stretta fascia lungo il fiume. Anche i principali affluenti del fiume non sono tutelati dal parco fluviale. Nonostante sia stato redatto da alcuni anni un progetto per la perimetrazione del Parco, certamente da migliorare, e per il quale sono state presentate le osservazioni così come previsto dalla normativa, l'area protetta non ha ancora una perimetrazione dopo quasi otto anni dalla sua istituzione. L'inadeguata perimetrazione sta consentendo di realizzare strutture edilizie ed altri interventi antropici in aree a ridosso del corso d'acqua. La legittimità di questi interventi è dubbia anche perchè determinano impatti negativi anche al Sito di Importanza Comunitaria.
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Parco dell'Alcantara Con l’istituzione nel 2001 dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara si è voluto salvaguardare, gestire, conservare e difendere il paesaggio e l’ambiente naturale della valle dell’omonimo fiume "per consentire migliori condizioni di abitabilità nell’ambito dello sviluppo dell’economia e di un corretto assetto dei territori interessati, per la ricreazione e la cultura dei cittadini e l’uso sociale e pubblico dei beni stessi, nonché per scopi scientifici". Il Parco ricade nel territorio di 12 Comuni, ubicati tra le province di Messina e di Catania. L’Alcantara nasce da una serie di piccole sorgenti sui monti Nebrodi, nei pressi di Floresta, ad un altitudine circa 1.500 metri e dopo aver attraversato la valle per circa 50 km, le preziose acque si riversano in mare mescolandosi allo Jonio in prossimità delle rovine dell’antica città di Naxos. Il fiume, scorrendo ed erodendo il duro basalto vulcanico, ha creato, in alcuni tratti, pareti verticali conosciute come "gole", portando alla luce il cuore delle colate laviche. Il visitatore potrà ammirare le spettacolari morfologie prismatiche dei basalti colonnari, singolari sculture naturali che richiamano allineate canne d’organo, eleganti ventagli e ordinate cataste di legna. L'Alcantara è uno dei principali corsi d'acqua della Sicilia, con ambienti naturali di grande interesse naturalistico e paesaggistico. Il Parco fluviale, tuttavia, è stato istituito nell'area originariamente prevista per la riserva naturale "Fiume Alcantara" inclusa nel Piano regionale delle Riserve naturali del 1991. La perimetrazione della riserva naturale, che è quindi l'attuale perimetrazione del Parco fluviale, è del tutto insufficiente a tutelare gli ambienti naturali acquatici e ripari in quanto è limitata ad una stretta fascia lungo il fiume. Anche i principali affluenti del fiume non sono tutelati dal parco fluviale. Nonostante sia stato redatto da alcuni anni un progetto per la perimetrazione del Parco, certamente da migliorare, e per il quale sono state presentate le osservazioni così come previsto dalla normativa, l'area protetta non ha ancora una perimetrazione dopo quasi otto anni dalla sua istituzione. L'inadeguata perimetrazione sta consentendo di realizzare strutture edilizie ed altri interventi antropici in aree a ridosso del corso d'acqua. La legittimità di questi interventi è dubbia anche perchè determinano impatti negativi anche al Sito di Importanza Comunitaria.
Il Parco dei Nebrodi Il Parco dei Nebrodi, con oltre 860 chilometri quadrati di superficie, è l'area protetta più vasta della Sicilia. Ben 70 km di catena montuosa, il 50% dei boschi di Sicilia: il Parco dei Nebrodi rappresenta davvero il polmone verde dell'Isola. Al suo interno sono presenti ambienti naturali di estremo interesse naturalistico, molti dei quali unici in Sicilia. La sua principale caratteristica è la vasta estensione di boschi in condizioni di naturalità che ospitano una fauna altrove scomparsa da tempo. Di estremo interesse per numero e varietà e stato di conservazione sono le zone umide: sorgenti, corsi d'acqua, stagni e pantani. Un binomio vincente, rafforzato da una serie di valenze paesaggistiche e naturalistiche uniche in Sicilia. Nebrodi vuol dire laghi e boschi, sapori tipici e sentieri invitanti, sorgenti freschissime ed una cultura locale ospitale e pronta a disarmarvi con il suo sorriso semplice ed accogliente. I Nebrodi si presentano come una massa robusta, ricca di vegetazione, ma con pendici dolci e cime arrotondate, dovuta alla presenza di banchi di rocce argillose e aranacee. Presenta, inoltre, estese terrazze che si aprono in ampie vallate in cui scorrono molte fiumare che trovano sbocco nel Mar Tirreno. Qui sorge uno dei parchi naturali più belli della Sicilia, il Parco dei Nebrodi, appunto, che coinvolge ben ventitré comuni di cui diciotto nella sola provincia di Messina, tre in provincia di Catania e due in quella di Enna. Gli elementi principali che caratterizzano il paesaggio dei Nebrodi sono l’asimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione e gli ambienti umidi. I complessi boschivi incidono notevolmente sul clima del territorio che si caratterizza per i suoi lunghi e rigidi inverni, ed estati calde. Le temperature generalmente si mantengono intorno ai 10 - 12 °C mentre la pioggia, la neve e la nebbia sono frequenti, e fanno sì che si crei quell’umidità necessaria per l’esistenza di alcuni tipi di bosco. La vegetazione varia a seconda dell’altezza in cui ci si trova. Per lo più, all’interno del Parco dei Nebrodi, si incontrerà una vegetazione a macchia mediterranea sempre verde, mentre per scoprire la quercia caducifoglia, il rovere ed il cerro, occorrerà salire tra i 1.200 e i 1.400 metri d’altezza. Nella zona montana, grazie al clima particolare, è presente il Faggio che, con le sue foglie ovali, è in grado di trattenere l’acqua, utile a superare i lunghi periodi di siccità, mentre il rigoglioso sottobosco presenta svariate specie tra cui l’agrifoglio, il pungitopo e il biancospino. La parola Nebrodi proviene dal greco “Nebros” (cerbiatto), un tempo, infatti, questa zona era il regno di questi erbivori, ma anche di altri importanti mammiferi. A causa del bracconaggio e del progressivo impoverimento della fauna, nel corso del XIX secolo si è registrata l’estinzione di alcune importanti specie come il cervo, il daino, il lupo, il capriolo ed il gufo reale. Oggi, nonostante l’impoverimento ambientale, questa zona resta una delle zone faunistiche tra le più ricche e complesse. Passeggiando per il Parco dei Nebrodi non sarà difficile incontrare diversi tipi di mammiferi, tra cui il ghiro e il moscardino, ma anche rettili, come la testuggine palustre, ed una moltitudine d’uccelli di cui si contano circa centocinquanta specie. Tra le moltitudini di specie animale ci sono cerbiatti, daini, anfibi e rettili, uccelli nidificanti e migratori (aironi e cavalieri d’Italia). Ai margini dei boschi vivono rapaci coma la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il nibbio reale; tra le zone rocciose l’aquila reale, la folaga, il tuffetto, il martin pescatore; tra i verdi pascoli la coturnice di Sicilia, il corvo imperiale, l’upupa. Ma i Nebrodi non sono soltanto flora e fauna. Nei comuni che ne fanno parte è possibile entrare in contatto con la civiltà contadina che ha fatto la ricchezza culturale di questi luoghi attraverso le produzioni artigianali di ceste, ricami ed oggetti di uso agricolo in legno e ferla, oppure con i tanti prodotti alimentari che trovano la massima espressione in quelli caseari e nei salumi. Di particolare prestigio i formaggi cannestrato, pecorino, provola e ricotta, e i salumi prodotti dalle carni del suino nero tipico dei Nebrodi.
Ente Parco Dei Nebrodi
79 Via Vincenzo Bellini
Il Parco dei Nebrodi Il Parco dei Nebrodi, con oltre 860 chilometri quadrati di superficie, è l'area protetta più vasta della Sicilia. Ben 70 km di catena montuosa, il 50% dei boschi di Sicilia: il Parco dei Nebrodi rappresenta davvero il polmone verde dell'Isola. Al suo interno sono presenti ambienti naturali di estremo interesse naturalistico, molti dei quali unici in Sicilia. La sua principale caratteristica è la vasta estensione di boschi in condizioni di naturalità che ospitano una fauna altrove scomparsa da tempo. Di estremo interesse per numero e varietà e stato di conservazione sono le zone umide: sorgenti, corsi d'acqua, stagni e pantani. Un binomio vincente, rafforzato da una serie di valenze paesaggistiche e naturalistiche uniche in Sicilia. Nebrodi vuol dire laghi e boschi, sapori tipici e sentieri invitanti, sorgenti freschissime ed una cultura locale ospitale e pronta a disarmarvi con il suo sorriso semplice ed accogliente. I Nebrodi si presentano come una massa robusta, ricca di vegetazione, ma con pendici dolci e cime arrotondate, dovuta alla presenza di banchi di rocce argillose e aranacee. Presenta, inoltre, estese terrazze che si aprono in ampie vallate in cui scorrono molte fiumare che trovano sbocco nel Mar Tirreno. Qui sorge uno dei parchi naturali più belli della Sicilia, il Parco dei Nebrodi, appunto, che coinvolge ben ventitré comuni di cui diciotto nella sola provincia di Messina, tre in provincia di Catania e due in quella di Enna. Gli elementi principali che caratterizzano il paesaggio dei Nebrodi sono l’asimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione e gli ambienti umidi. I complessi boschivi incidono notevolmente sul clima del territorio che si caratterizza per i suoi lunghi e rigidi inverni, ed estati calde. Le temperature generalmente si mantengono intorno ai 10 - 12 °C mentre la pioggia, la neve e la nebbia sono frequenti, e fanno sì che si crei quell’umidità necessaria per l’esistenza di alcuni tipi di bosco. La vegetazione varia a seconda dell’altezza in cui ci si trova. Per lo più, all’interno del Parco dei Nebrodi, si incontrerà una vegetazione a macchia mediterranea sempre verde, mentre per scoprire la quercia caducifoglia, il rovere ed il cerro, occorrerà salire tra i 1.200 e i 1.400 metri d’altezza. Nella zona montana, grazie al clima particolare, è presente il Faggio che, con le sue foglie ovali, è in grado di trattenere l’acqua, utile a superare i lunghi periodi di siccità, mentre il rigoglioso sottobosco presenta svariate specie tra cui l’agrifoglio, il pungitopo e il biancospino. La parola Nebrodi proviene dal greco “Nebros” (cerbiatto), un tempo, infatti, questa zona era il regno di questi erbivori, ma anche di altri importanti mammiferi. A causa del bracconaggio e del progressivo impoverimento della fauna, nel corso del XIX secolo si è registrata l’estinzione di alcune importanti specie come il cervo, il daino, il lupo, il capriolo ed il gufo reale. Oggi, nonostante l’impoverimento ambientale, questa zona resta una delle zone faunistiche tra le più ricche e complesse. Passeggiando per il Parco dei Nebrodi non sarà difficile incontrare diversi tipi di mammiferi, tra cui il ghiro e il moscardino, ma anche rettili, come la testuggine palustre, ed una moltitudine d’uccelli di cui si contano circa centocinquanta specie. Tra le moltitudini di specie animale ci sono cerbiatti, daini, anfibi e rettili, uccelli nidificanti e migratori (aironi e cavalieri d’Italia). Ai margini dei boschi vivono rapaci coma la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il nibbio reale; tra le zone rocciose l’aquila reale, la folaga, il tuffetto, il martin pescatore; tra i verdi pascoli la coturnice di Sicilia, il corvo imperiale, l’upupa. Ma i Nebrodi non sono soltanto flora e fauna. Nei comuni che ne fanno parte è possibile entrare in contatto con la civiltà contadina che ha fatto la ricchezza culturale di questi luoghi attraverso le produzioni artigianali di ceste, ricami ed oggetti di uso agricolo in legno e ferla, oppure con i tanti prodotti alimentari che trovano la massima espressione in quelli caseari e nei salumi. Di particolare prestigio i formaggi cannestrato, pecorino, provola e ricotta, e i salumi prodotti dalle carni del suino nero tipico dei Nebrodi.

Getting Around

Musei Archeologici Musei archeologici dei comuni della provincia di Catania -Museo Civico del Castello Normanno Aci Castello -Museo Archeologico Regionale del Castello Normanno Adrano -Museo Civico Archeologico Grammichele -Museo Civico “Antonino Di Vita” Licodia Eubea -Museo Civico “Corrado Tamburino Merlini” Mineo -Antiquarium di Palikè a Rocchicella Mineo -Castello Normanno Paternò -Museo Civico Archeologico Ramacca -Museo Archeologico “Paolo Vagliasindi” Randazzo -Museo della Ganzaria San Michele di Ganzaria -Museo Civico Santa Maria di Licodia Musei storico artistici dei comuni della provincia di Catania -Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943 Catania -Museo del Cinema Catania -Museo del Castello Ursino Catania -Museo Belliniano Catania -Museo Diocesano Catania -Mostra perm. L'isola a tre punte,Collez. “La Gumina” Catania -Mostra Perm. delle uniformi storiche Acireale -Biblioteca Pinacoteca Zelantea Acireale -Museo Regionale della Ceramica Caltagirone -Museo Civico e Pinacoteca “Luigi Sturzo” Caltagirone -Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea Caltagirone -Museo delle Ville Storiche Caltag. e Sicil. Caltagirone -Museo Pinacoteca dei Frati Minori Cappuccini Caltagirone -Museo Intern. del Presepe “Collez.e Luigi Colaleo” Caltagirone -Polo Museale “Sebastiano Guzzone” Militello in Val di Catania -Museo San Nicolò Militello in Val di Catania -Casa Museo “Luigi Capuana” Mineo -Galleria d’Arte Moderna Paternò Musei Scientifico-Naturalistici dei comuni della provincia di Catania -Museo di Botanica dell'Università di Catania - Erbario ed Orto Botanico Catania -Museo di zoologia e Casa delle farfalle Catania -Mostra Permanente NaturaPstica Belpasso -Museo NaturaPstico del Comprensorio Calatino e della R.N.O. "Bosco di Santo Pietro" Caltagirone -Acquario Mediterraneo Giarre -Museo Vulcanologico dell’Etna Nicolosi -Museo di Scienze Natura Randazzo -Parco delle Kentie Riposto Musei demo etno antropologici dei comuni della provincia di Catania -Museo Casa del Nespolo Acitrezza -Museo dell’Opera dei Pupi Acireale -Museo della Pietra Lavica e delle Tradizioni artig. e agric. Bronte -Museo della Fotografia storica e contemporanea Caltagirone -Museo Etnostorico Usi e Costumi delle Genti dell’Etna Giarre -Museo Etnografico dell’Etna Linguaglossa -Museo del grano Raddusa -Museo dell’Opera dei Pupi Randazzo -Museo della Vite e del Vino Sant'Alfio -Museo Civico Etno-antropologico “Mario De Mauro” Scordia -Casa della Memoria e delle Arti Vizzini
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Province of Catania
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Catania è la regina del Barocco sullo Jonio, Acireale, a 15 chilometri dal capoluogo, è la principessa-reggente, che regalmente stà adagiata, affacciandosi sul mare, sopra una terrazza di lava, a precipizio. Dal mare quella terrazza sale come Timpa verdissima, costone roccioso che si specchia su un tratto purissimo di acqua jonica: una parete di antica lava poggiata su un acquoreo piedistallo, un ciuffo di macchia mediterranea, immerso a trarre alimento, nel mare. E’ una ripida scarpata oltre 140 metri sul mare parallela alla linea di costa lunga 7 km, che inizia da Capomulini, per la "timpa di don Masi", quella di Santa Caterina, di Santa Maria la Scala oltre Santa Tecla. Sedimenti di almeno due cicli eruttivi, e macchia mediterranea a lentisco, bagolaro, euforbia, olivastro e carrubo. Una sorgente di acqua ferruginosa colora di rancio le lave guidando ad una caletta dinnanzi alla quale sostano imbarcazioni da diporto. Una cattedrale di lava sul mare che nasconde addossati o emergenti i bastioni della seicentesca fortezza del Tocco, confusi con i terrazzamenti di pietrame lavico. Estasi pura da cui riprendersi per risollevarsi alla vista di Santa Maria la Scala, un piccolo centro di pescatori, raccolto attorno ad una chiesetta seicentesca, ai piedi della Timpa. Una volta porto per naviglio numeroso che veniva da Trapani e da Malta o da Lipari, porto e fortezza di cui restano tracce. Piccoli posti, grandi piaceri: Santa Tecla, nome non cristiano ma arabo Sciant Tagla (luogo di approdo) con i resti di una torre; e poi Scillichenti, Stazzo con i ruderi del vecchio porto mercantile dove si imbarcava la pietra lavica per i mercati extra-isolani, Pozzillo porto e fonte di acqua minerale ricchissima di sali. Piccole località marinare che si inseguono sulla costa per completare le stazioni, ad alta e qualificata ricettività alberghiera, della Riviera dei Ciclopi ed introdurre le spiagge alte di Archirafi, disseminata di scogli rotondeggianti. E’ mare di Riposto con Torre aragoste: lo suggeriscono le nasse che si vedono qua e là, davanti alle porte. Riposto - perché vi si riponeva il carico delle navi in attesa di salpare verso i mercati internazionali - ha una spiaggia ghiaiosa ed una vocazione a diventare porto turistico da piccolo cantiere navale e da grande porto commerciale che era e da cui si esportavano carichi di vino ed agrumi, e, poi, anche di zolfo. Dopo quello catanese lo si ritiene il più grande porto della riviera jonica: un approdo concretamente futuribile per il turismo nautico che voglia indirizzarsi a Taormina e all’Alcantara, per farne il porto dell’Etna, dal mare alla neve, tra vigneti, agrumeti, frutteti e terreni lavici. Per i bagni di mare c’è una graziosa spiaggia libera, quella di S. Anna. La spiaggia di Fondachello, ricca di campeggi, poi, la foce del fiume Freddo con la sua eccezionale vegetazione sommersa, e, quindi, la marina di Cottone, anch’essa dotata di campeggi e seguita dal litorale di Calatabiano impreziosito da una residenza fortificata, detta castello di S. Marco (opera realizzata alla fine del Seicento), immersa nel verde di una ricca ed improbabile pineta che ospita un camping, marino ed agroturistico: gli ultimi avamposti rivieraschi della costa etnea prima di giungere alle gole dell’Alcantara, tutto da bere e da risalire.
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Acireale
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Catania è la regina del Barocco sullo Jonio, Acireale, a 15 chilometri dal capoluogo, è la principessa-reggente, che regalmente stà adagiata, affacciandosi sul mare, sopra una terrazza di lava, a precipizio. Dal mare quella terrazza sale come Timpa verdissima, costone roccioso che si specchia su un tratto purissimo di acqua jonica: una parete di antica lava poggiata su un acquoreo piedistallo, un ciuffo di macchia mediterranea, immerso a trarre alimento, nel mare. E’ una ripida scarpata oltre 140 metri sul mare parallela alla linea di costa lunga 7 km, che inizia da Capomulini, per la "timpa di don Masi", quella di Santa Caterina, di Santa Maria la Scala oltre Santa Tecla. Sedimenti di almeno due cicli eruttivi, e macchia mediterranea a lentisco, bagolaro, euforbia, olivastro e carrubo. Una sorgente di acqua ferruginosa colora di rancio le lave guidando ad una caletta dinnanzi alla quale sostano imbarcazioni da diporto. Una cattedrale di lava sul mare che nasconde addossati o emergenti i bastioni della seicentesca fortezza del Tocco, confusi con i terrazzamenti di pietrame lavico. Estasi pura da cui riprendersi per risollevarsi alla vista di Santa Maria la Scala, un piccolo centro di pescatori, raccolto attorno ad una chiesetta seicentesca, ai piedi della Timpa. Una volta porto per naviglio numeroso che veniva da Trapani e da Malta o da Lipari, porto e fortezza di cui restano tracce. Piccoli posti, grandi piaceri: Santa Tecla, nome non cristiano ma arabo Sciant Tagla (luogo di approdo) con i resti di una torre; e poi Scillichenti, Stazzo con i ruderi del vecchio porto mercantile dove si imbarcava la pietra lavica per i mercati extra-isolani, Pozzillo porto e fonte di acqua minerale ricchissima di sali. Piccole località marinare che si inseguono sulla costa per completare le stazioni, ad alta e qualificata ricettività alberghiera, della Riviera dei Ciclopi ed introdurre le spiagge alte di Archirafi, disseminata di scogli rotondeggianti. E’ mare di Riposto con Torre aragoste: lo suggeriscono le nasse che si vedono qua e là, davanti alle porte. Riposto - perché vi si riponeva il carico delle navi in attesa di salpare verso i mercati internazionali - ha una spiaggia ghiaiosa ed una vocazione a diventare porto turistico da piccolo cantiere navale e da grande porto commerciale che era e da cui si esportavano carichi di vino ed agrumi, e, poi, anche di zolfo. Dopo quello catanese lo si ritiene il più grande porto della riviera jonica: un approdo concretamente futuribile per il turismo nautico che voglia indirizzarsi a Taormina e all’Alcantara, per farne il porto dell’Etna, dal mare alla neve, tra vigneti, agrumeti, frutteti e terreni lavici. Per i bagni di mare c’è una graziosa spiaggia libera, quella di S. Anna. La spiaggia di Fondachello, ricca di campeggi, poi, la foce del fiume Freddo con la sua eccezionale vegetazione sommersa, e, quindi, la marina di Cottone, anch’essa dotata di campeggi e seguita dal litorale di Calatabiano impreziosito da una residenza fortificata, detta castello di S. Marco (opera realizzata alla fine del Seicento), immersa nel verde di una ricca ed improbabile pineta che ospita un camping, marino ed agroturistico: gli ultimi avamposti rivieraschi della costa etnea prima di giungere alle gole dell’Alcantara, tutto da bere e da risalire.

Shopping

Se c’è una cosa che i catanesi amano, oltre al buon cibo, è lo shopping. Nonostante i numerosi centri commerciali nati negli ultimi anni nei comuni limitrofi e che hanno modificato i consumi dei local, il catanese tipo non ha perso il piacere delle passeggiate del fine settimana nel salotto cittadino, che offre diverse vie dello shopping a seconda dei gusti e delle esigenze: Via Etnea, e Corso Italia, sono le principali strade degli acquisti, collegate poi alle circostanti Via Umberto, Via Giacomo Leopardi, Viale Libertà, Via Gabriele D’Annunzio. Via Etnea è la strada principale che divide la città, lunga circa tre chilometri, tra chiese e palazzi barocchi sorgono soprattutto negozi d’abbigliamento, grandi magazzini, librerie, shop monomarca di brand internazionali e franchising; non mancano fast food, bar storici e gelaterie tradizionali per addolcire le pause nelle sessioni di shopping. Dalla centralissima piazza Stesicoro, più o meno a metà della via Etnea si accede alla Fera o’ Luni, il famoso mercato cittadino che ogni mattina, dal lunedì al sabato, con le sue bancarelle e il vociare chiassoso, è meta di chi ama lo shopping low cost. La via Etnea termina nella Piazza Duomo con le sue piccole boutique di accessori, souvenir e artigianato tipico ai piedi del Liotru, la statua dell’elefante simbolo della città, e sotto la storica Porta Uzeda. Per gli acquisti più esclusivi Corso Italia è un po’ la via Montenapoleone dei catanesi, un lunghissimo viale alberato che ospita negozi di alta moda, gioiellerie, negozi di griffe internazionali e negozi di lusso. E’ qui che il rituale dell’aperitivo ha conquistato gli appassionati dello shopping griffato, ed è nei tre più famosi bar della zona, Bar Italia, Caffè Europa, Bar Epoca, tutti in prossimità della famosa Piazza Europa affacciata sul mare, che si dà appuntamento la cosiddetta Catania “bene”. Corso Italia descrizione Corso Italia è la via principale per i negozi e i bar più "in" di Catania... Fortini Rossetti, Papini, Calabrò, Barbagallo,Helmè, Thea Riccioli...punti vendita in cui si possono trovare le marche più prestifiose di alta moda!! Via Etnea descrizione La Via Etnea è la strada principale del centro storico di Catania. E' lunga circa 3 km ed è una delle vie principali dello shopping a Catania. Via Umberto descrizione La Via Umberto è un' altra via conosciuta per la sua importante posizione nel cuore del centro storico...anch' essa è meta per lo shopping Catanese. Torna ai risultati web relativi a shopping catania Risultati di ricerca la Rinascente Catania 4,2 (11) · Grande magazzino Via Etnea 095 317144 Aperto fino alle ore 20:30 Sito web Indicazioni Liborio Shopping Di Roberto Cinturino Nessuna recensione · Profumeria Via Pacini 095 715 0513 Indicazioni Dolce Shop 3 recensioni · Negozio di articoli da cucina Via Matteo Renato Imbriani, 254 095 093 3211 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni Mutandina Sexy Duck sexy shop Nessuna recensione · Sexy shop Piazza Principessa IoIanda, 13 095 092 2685 Aperto fino alle ore 21:00 Indicazioni Erotica Sexy Shop 3 recensioni · Sexy shop Via Caronda, 120 095 505010 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni Porte di Catania 4,3 (147) · Centro commerciale Via Gelso Bianco 095 578717 Aperto fino alle ore 21:00 Sito web Indicazioni Xexo Sexy Shop 3 recensioni · Sexy shop Via Paolo Bentivoglio, 48 095 419 9941 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni Adidas Originals Store Catania 2 recensioni · Negozio Negozio al dettaglio con gli ultimi modelli di scarpe, abbigliamento e accessori di questa famosa marca. Via Umberto I, 38 095 536071 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni another shop Nessuna recensione · Servizio di e-commerce Via Umberto I, 179 329 197 9248 Indicazioni Desigual Store Porte di Catania 4,1 (5) · Negozio di abbigliamento Porte di Catania CC Porte di Catania, Via Gelso Bianco 095 576945 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni Desigual Store Catania Nessuna recensione · Negozio di abbigliamento Via Etnea, 112 095 715 8524 Aperto fino alle ore 20:00 Thun Shop Affiliato Nessuna recensione · Negozio di ceramiche Viale Vittorio Veneto, 157 095 430833 Indicazioni Bio Make Up Shop 1 recensione · Negozio di prodotti di bellezza Via Etnea, 401 334 781 3460 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni Deadly Shop Nessuna recensione · Negozio di abbigliamento Via Francesco Paolo Frontini, 7, Catania CT 392 142 6765 Indicazioni Bio Make Up Shop Nessuna recensione · Negozio di prodotti di bellezza Via Etnea, 401 334 781 3460 Aperto fino alle ore 20:00 Sito web Indicazioni 5 Stelle Shop - Carta, Cartucce e Toner per Stampanti 4,4 (6) · Negozio di computer Via Pietro Carrera 52 095 296 5116 Chiuso ora Sito web Indicazioni Play Shop Srl Nessuna recensione · Negozio di videogiochi Viale Vittorio Veneto, 313 331 108 5692 Indicazioni Tally Weijl 2 recensioni · Negozio di abbigliamento Via Etnea, 61 095 322517 Aperto fino alle ore 20:00
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Corso Italia
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Come muoversi in Città Bus Urbani Azienda Municipale Trasporti di Catania Numero verde 800.01.8696 Bus urbani, di colore arancio, sono gestiti dall A.M.T. e raggiungono tutta l'area della Città, i biglietti di una corsa semplicer costano 1€ e durano 90 mn, si possono comprare in tutte le tabaccherie, in alcuni Bar, o nelle piazze centrali della Città in appositi chioschetti della A.M.T. Sito Web: www.amt.ct.it Bus Extraurbani F.C.E. Ferrovia CircumEtnea - Servizio Bus Telefono: 095 534323 - 095 54125 Capolinea partenze a Catania, Via Dusmet - accanto il Porto - dalle 7.00 alle 20.00. La storica, Circumetnea , società statale dei Trasporti, oltre ad essere una pittoresca ferrovia a scarto ridotto che offre il giro completo dei paesi attorno all'Etna, e gestire la nuova linea metropolitana della città, gestisce anche Le Linee di Bus (Blu) della CircumEtnea, che raggiungono i Paesi situati intorno all'Etna. Essendo un servizio creato per i pendolari, é sospeso tutte le domeniche ed i giorni festivi. Sito Web: www.circumetnea.it A.S.T.- S.p.a - Azienda Siciliana Trasporti Telefono 095 7461096 Azienda di Trasporto Regionale della Sicilia , gestisce 154 linee extraurbane, di colore blu. Le partenze da Catania sono da Piazza Giovanni XXIII (Stazione Centrale F.S.), dove c'è anche, in via Luigi Sturzo, 230/232, la biglietteria. I biglietti si possono acquistare anche nei tabaccai e nelle edicole, il loro costo, per una corsa singola va da € 1,90 a € 16,30 e varia a secondo dei Km percorsi. Sito Web: www.aziendasicilianatrasporti.it SAIS Autolinee Telefono 095 536168 Capolinea partenze a Catania, via D'Amico,181, vicino P.za Giovanni XXIII - Stazione Centrale. La SAIS è una società privata che opera in Sicilia, realizzando i maggiori collegamenti autostradali, tra i quali le autolinee Palermo-Catania, Palermo-Messina, Catania-Messina, Palermo-Enna, Palermo-Gela. Offre anche collegamenti interregionali tra la Sicilia e le principali città italiane. I biglietti sono disponibili in agenzia SAIS al capolinea, e nei Box Interbus/Etna di Piazza Borsellino Tel. 095 7237101, e dell'Aeroporto Fontanarossa - Tel. 348/3921803 Sito Web: www.saisautolinee.it ETNA Trasporti Telefono 095 530396 Capolinea partenze a Catania, via Archimede, di fronte alla Stazione Centrale. Sito Web: www.etnatrasporti.it INTERBUS Telefono 095 530396 Capolinea partenze a Catania, via Archimede, di fronte alla Stazione Centrale. Etna Spa e Interbus Spa sono delle Società di Trasporti private, che offrono anche collegamenti nazionali per Napoli e per Roma. Sito Web: www.interbus.it Taxi Cooperativa Social Taxi Catania Via Monti Sicani, 21 95030 Tremestieri Etneo (CT) Informazioni: radiotaxicatania@radiotaxicatania.org Prenotazioni 24h: 095 330966 Fax: 095 222270 Sito Web: www.radiotaxicatania.org
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Sais Autolinee
181 Via D'Amico
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