Guidebook for Cefalù

Pasquale
Guidebook for Cefalù

Visite turistiche

Chi viene in vacanza a Cefalù non si perdere la passeggiata sulla Rocca. È una spettacolare rupe che domina Cefalù e dalla cui forma la città prese il nome. Ha un’altitudine di 270 metri. La maggior parte del percorso è esposto al sole, quindi sconsigliato nelle ore centrali delle giornate estive. Come raggiungere la rocca Arrivati sul Corso Ruggero, cuore della cittadina Normanna, imboccare la stretta Via Saraceni, procedendo fino a raggiungere il percorso pedonale di accesso alla Rocca. Poco più in alto si trova la biglietteria. Costo Biglietto :5€ Orari di accesso: Tutti i giorni dalle ore 8:00 alle 20:00 L’ultimo accesso può essere effettuato un’ora prima della chiusura.
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Rocca di Cefalu
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Chi viene in vacanza a Cefalù non si perdere la passeggiata sulla Rocca. È una spettacolare rupe che domina Cefalù e dalla cui forma la città prese il nome. Ha un’altitudine di 270 metri. La maggior parte del percorso è esposto al sole, quindi sconsigliato nelle ore centrali delle giornate estive. Come raggiungere la rocca Arrivati sul Corso Ruggero, cuore della cittadina Normanna, imboccare la stretta Via Saraceni, procedendo fino a raggiungere il percorso pedonale di accesso alla Rocca. Poco più in alto si trova la biglietteria. Costo Biglietto :5€ Orari di accesso: Tutti i giorni dalle ore 8:00 alle 20:00 L’ultimo accesso può essere effettuato un’ora prima della chiusura.
il lavatoio medievale. Attraverso un’ampia scalinata in pietra lavica e lumachella, con un leggero andamento a chiocciola, ecco scorgere il lavatoio pubblico nei pressi del tardo rinascimentale Palazzo Martino. «Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve». Una scritta all’ingresso del lavatoio restituisce già l’idea di un luogo curioso che nasconde una storia particolare. Secondo la leggenda, infatti, il fiume Cefalino sorge dal dolore di una ninfa che, dopo aver ucciso il suo amato che l’aveva tradito, se ne pentì annegando di lacrime l’antico lavatoio di Cefalù. Lo stesso fiume della leggenda, in origine, scorreva a cielo aperto lungo il lavatoio, ma nel diciassettesimo secondo è stato coperto. Una semplice modifica che ha permesso che il fiume convogliasse e poi sfociasse direttamente sul mare attraverso un piccolo antro. Questa non è stato l’unico cambiamento perché ancor prima, nel 1514, il lavatoio medievale fu demolito e poi ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine. I lavori di restauro sono terminati nel 1991 valorizzando ancora di più il luogo, che rappresenta per i turisti che ogni anno affollano Cefalù e per gli stessi cittadini, un esempio della vita medievale siciliana. Ventidue bocche di ghisa, di cui quindici teste leonine, sono disposte lungo le pareti del lavatoio sovrastate da basse volte. Qui le lavandaie andavano per pulire il bucato, tra grida e canti siciliani, utilizzando le apposite vasche per strofinare i panni. Quello che era un rituale quotidiano di un tempo, oggi è un simbolo concreto e ancora intatto della storia del borgo marinaro di Cefalù. Si pensa che fino a pochi anni dopo il restauro dell’antico lavatoio, le lavandaie hanno continuato ad utilizzare le vasche per strofinare e pulire i propri panni, come a non voler abbandonare le antiche abitudini siciliane. Le acque gelide del fiume Cefalino che si riversano sul mare, la pietra brillante del lavatoio, così come il grande arco che sovrasta l’area coperta e l’ampia discesa di scale, sono quindi una delle tante attrazioni della cittadina riconosciuta come uno dei borghi più belli d’Italia, dove armonicamente convivono storia, arte e cultura e dove il turismo è sempre vivo. Soprattutto in estate, i numerosi turisti approfittano della fresca atmosfera del lavatoio medievale, si seggono sui gradini “a lumachella” all’ombra, prima di riprendere il percorso lungo gli altri incantevoli luoghi di Cefalù. A pochi passi, per esempio, percorrendo la strada anticamente detta “del Fiume”, si giunge al caratteristico porticciolo ma anche alla piazza principale dove sorge l’imponente Duomo.
71 現地メンバーのおすすめ
チェファリノ川の中世の洗濯場
Via Vittorio Emanuele
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il lavatoio medievale. Attraverso un’ampia scalinata in pietra lavica e lumachella, con un leggero andamento a chiocciola, ecco scorgere il lavatoio pubblico nei pressi del tardo rinascimentale Palazzo Martino. «Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve». Una scritta all’ingresso del lavatoio restituisce già l’idea di un luogo curioso che nasconde una storia particolare. Secondo la leggenda, infatti, il fiume Cefalino sorge dal dolore di una ninfa che, dopo aver ucciso il suo amato che l’aveva tradito, se ne pentì annegando di lacrime l’antico lavatoio di Cefalù. Lo stesso fiume della leggenda, in origine, scorreva a cielo aperto lungo il lavatoio, ma nel diciassettesimo secondo è stato coperto. Una semplice modifica che ha permesso che il fiume convogliasse e poi sfociasse direttamente sul mare attraverso un piccolo antro. Questa non è stato l’unico cambiamento perché ancor prima, nel 1514, il lavatoio medievale fu demolito e poi ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine. I lavori di restauro sono terminati nel 1991 valorizzando ancora di più il luogo, che rappresenta per i turisti che ogni anno affollano Cefalù e per gli stessi cittadini, un esempio della vita medievale siciliana. Ventidue bocche di ghisa, di cui quindici teste leonine, sono disposte lungo le pareti del lavatoio sovrastate da basse volte. Qui le lavandaie andavano per pulire il bucato, tra grida e canti siciliani, utilizzando le apposite vasche per strofinare i panni. Quello che era un rituale quotidiano di un tempo, oggi è un simbolo concreto e ancora intatto della storia del borgo marinaro di Cefalù. Si pensa che fino a pochi anni dopo il restauro dell’antico lavatoio, le lavandaie hanno continuato ad utilizzare le vasche per strofinare e pulire i propri panni, come a non voler abbandonare le antiche abitudini siciliane. Le acque gelide del fiume Cefalino che si riversano sul mare, la pietra brillante del lavatoio, così come il grande arco che sovrasta l’area coperta e l’ampia discesa di scale, sono quindi una delle tante attrazioni della cittadina riconosciuta come uno dei borghi più belli d’Italia, dove armonicamente convivono storia, arte e cultura e dove il turismo è sempre vivo. Soprattutto in estate, i numerosi turisti approfittano della fresca atmosfera del lavatoio medievale, si seggono sui gradini “a lumachella” all’ombra, prima di riprendere il percorso lungo gli altri incantevoli luoghi di Cefalù. A pochi passi, per esempio, percorrendo la strada anticamente detta “del Fiume”, si giunge al caratteristico porticciolo ma anche alla piazza principale dove sorge l’imponente Duomo.
Il duomo di Cefalù, nome con cui è nota la basilica cattedrale della Trasfigurazione, è una basilica minore che si trova a Cefalù, nella città metropolitana di Palermo, e cattedrale dell'omonima diocesi. Secondo la leggenda, sarebbe sorto in seguito al voto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto la volontà di costruire una chiesa dinastica su modello carolingio normanno con torri gemelle e avancorpo Le vicende costruttive furono complesse e fu definitivamente completato in età sveva. Un ambulacro ricavato nello spessore del muro e la medesima copertura, costituita da tre tetti, di epoca e tecnica costruttiva diversi, testimoniano dei cambiamenti intervenuti nel progetto. Il monumento ha uno stile romanico con tratti siculo normanni e bizantini.
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Cefalù Cathedral
Piazza del Duomo
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Il duomo di Cefalù, nome con cui è nota la basilica cattedrale della Trasfigurazione, è una basilica minore che si trova a Cefalù, nella città metropolitana di Palermo, e cattedrale dell'omonima diocesi. Secondo la leggenda, sarebbe sorto in seguito al voto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto la volontà di costruire una chiesa dinastica su modello carolingio normanno con torri gemelle e avancorpo Le vicende costruttive furono complesse e fu definitivamente completato in età sveva. Un ambulacro ricavato nello spessore del muro e la medesima copertura, costituita da tre tetti, di epoca e tecnica costruttiva diversi, testimoniano dei cambiamenti intervenuti nel progetto. Il monumento ha uno stile romanico con tratti siculo normanni e bizantini.
Tramandato per molti secoli come la “Domus Regia” di Ruggero II, l'Osterio Magno e il prospiciente Osterio Piccolo, non più esistente, furono edificati nel XIII secolo, riadattandoli su preesistenze ruggeriane, dalla potente famiglia dei Ventimiglia del Maro, conti e successivamente marchesi di Geraci e principi di Castelbuono. Il documento più antico nel quale si fa riferimento all'Osterio Magno è il testamento, datato 8 gennaio 1387, con cui il conte di Geraci, Francesco II Ventimiglia (-1387), istituisce suo erede diretto il figlio Enrico III Ventimiglia (-1398). Il palazzo restò in mano ai Ventimiglia fino al 1602, anno in cui Giovanni III Ventimiglia (1559-12 giugno 1619), Presidente del Regno di Sicilia negli anni 1595-1598 e 1606-1608, lo vendette a Simone de Flore. Morto Simone de Flore il 3 ottobre del 1603, gli eredi lo cedettero ai frati domenicani che in seguito, concedendolo in enfiteusi a varie persone, lo suddivisero in abitazioni, botteghe, magazzini e persino in carcere.
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Osterio Magno
9 Corso Ruggero
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Tramandato per molti secoli come la “Domus Regia” di Ruggero II, l'Osterio Magno e il prospiciente Osterio Piccolo, non più esistente, furono edificati nel XIII secolo, riadattandoli su preesistenze ruggeriane, dalla potente famiglia dei Ventimiglia del Maro, conti e successivamente marchesi di Geraci e principi di Castelbuono. Il documento più antico nel quale si fa riferimento all'Osterio Magno è il testamento, datato 8 gennaio 1387, con cui il conte di Geraci, Francesco II Ventimiglia (-1387), istituisce suo erede diretto il figlio Enrico III Ventimiglia (-1398). Il palazzo restò in mano ai Ventimiglia fino al 1602, anno in cui Giovanni III Ventimiglia (1559-12 giugno 1619), Presidente del Regno di Sicilia negli anni 1595-1598 e 1606-1608, lo vendette a Simone de Flore. Morto Simone de Flore il 3 ottobre del 1603, gli eredi lo cedettero ai frati domenicani che in seguito, concedendolo in enfiteusi a varie persone, lo suddivisero in abitazioni, botteghe, magazzini e persino in carcere.
Il Bastione di Capo Marchiafava si trova a Cefalù, proprio accanto alla Chiesa dell'Itria, di fronte alla costa rocciosa del Comune. Si tratta di un ex elemento difensivo della città, ora trasformata in un belvedere. Da qui si può godere di una splendida vista della costa di Cefalù, il suo faro, la spiaggia ed altro. Per accedervi bisogna solo salire alcuni gradini. Vale la pena visitarlo, anche solo per il panorama.
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Bastione di Capo Marchiafava
Piazza Francesco Crispi
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Il Bastione di Capo Marchiafava si trova a Cefalù, proprio accanto alla Chiesa dell'Itria, di fronte alla costa rocciosa del Comune. Si tratta di un ex elemento difensivo della città, ora trasformata in un belvedere. Da qui si può godere di una splendida vista della costa di Cefalù, il suo faro, la spiaggia ed altro. Per accedervi bisogna solo salire alcuni gradini. Vale la pena visitarlo, anche solo per il panorama.
da qui si può ammirare il panorama della città dal mare
Molo di Cefalú
48 Via Camillo Benso Conte di Cavour
da qui si può ammirare il panorama della città dal mare

Offerta gastronomica

Consigliato per la colazione, il gelato, la pasticceria
12 現地メンバーのおすすめ
Bar Duomo
24 Piazza del Duomo
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L’aperitivo, la pizza, la buona cucina.
DUOMO cucina&cantina
19 Piazza del Duomo
L’aperitivo, la pizza, la buona cucina.
La vera cucina tipica siciliana
16 現地メンバーのおすすめ
Taverna Tinchitè
37 Via XXV Novembre
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Se vuoi mangiare buona carne in un locale accogliente con un’offerta di vino internazionale
B.I.F. Braceria Italiana Fuorimondo
12 Via Madonna degli Angeli
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Ristorante di pesce vista mare
Ittico Cucina & Co
50 Via Carlo Ortolani di Bordonaro
Ristorante di pesce vista mare

Le Guide ai Quartieri

Il santuario di Gibilmanna, dedicato alla Santissima Vergine, è un celebre luogo di culto della città metropolitana di Palermo, che si trova a Gibilmanna, frazione di Cefalù e appartenente all'omonima diocesi nella provincia religiosa di Palermo. Si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali del Pizzo Sant'Angelo (cima delle Madonie), sulla cui cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo.
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Santuario Gibilmanna
Via del Giubileo Magno
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Il santuario di Gibilmanna, dedicato alla Santissima Vergine, è un celebre luogo di culto della città metropolitana di Palermo, che si trova a Gibilmanna, frazione di Cefalù e appartenente all'omonima diocesi nella provincia religiosa di Palermo. Si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali del Pizzo Sant'Angelo (cima delle Madonie), sulla cui cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo.