Guida di Bosa

Simone
Guida di Bosa

Visite turistiche

Circondata dalla mura del castello di Serravalle a Bosa, nella Sardegna centro-occidentale, di recente ha rivelato il prezioso segreto che custodiva tra le sue pareti All'apparenza è una consueta chiesa mononavata, priva di fregi e decorazioni esterne, costruita nel cortile del castello di Serravalle a Bosa, suggestivo borgo medievale nella Planargia. In realtà, la chiesa di Nostra Signora de sos Regnos Altos nascondeva la sua inestimabile ricchezza nelle pareti interne, sotto gli intonaci. E forse qualche segreto continua a custodirlo gelosamente. Uno riguarda la sua fondazione, nessuna fonte, perciò le ipotesi formulate variano tra XII e XIV secolo. I successivi rifacimenti, anch’essi non documentati, alimentano il mistero. È probabile che la chiesa fungesse da cappella palatina all’interno del castello, presenta un’aula rettangolare con abside semicircolare e due ingressi, uno in facciata e uno sul lato nord-est. A fine XIX secolo fu decisa un’estensione dell’aula in direzione est, che comportò la distruzione dell’abside originale. La grande rivelazione, però, venne alla luce durante i lavori di consolidamento nel biennio 1972-73: rimuovendo l’intonaco comparve un sorprendente ciclo di affreschi, che in origine occupava l’intero perimetro dell’edificio e pertanto risulta interrotto a oriente dalla demolizione dell’antico abside. L’opera è stata datata al XIV secolo e attribuita a maestranze toscane fatte pervenire da Giovanni d’Arborea, fratello di Mariano IV. Il dipinto è disposto su due registri, separati da una cornice decorativa e ispirati ai temi della predicazione di san Francesco: tra l’Adorazione dei magi, l’Ultima cena e san Giorgio che uccide il drago, osserverai anche l’unica rappresentazione sarda della leggenda ‘dei tre vivi e dei tre morti’. Le virtù celebrate sono povertà, castità e umiltà, temi cari alla spiritualità francescana. La chiesa era in principio dedicata a sant’Andrea. Secondo la leggenda popolare, nel 1847 un bambino ritrovò tra alcune macerie del castello una statuetta lignea raffigurante una Madonna. Al manufatto fu dato nome di Nostra Signora de sos Regnos Altos e collocazione in una nicchia della chiesa, dove si trova ancora oggi. La statua della Madonna, cui si deve il cambio di intitolazione, al rapido diffondersi della notizia del ritrovamento, divenne meta di pellegrinaggio e motivo di preghiera e venerazione. I devoti aumentavano continuamente, da qui l’origine della festa che dalla metà del XIX secolo si celebra ogni anno. A metà settembre le strette vie del quartiere medievale di sa Costa si riempiono di addobbi, luci e colori. Spiazzi e vicoli ospitano sos altarittos, piccoli altari ornati con fiori, caratteristici pizzi a filet e statuette della Madonna. Sentirai risuonare i gosos, struggenti canti liturgici, e potrai partecipare a festose tavolate con l’ottimo vino malvasia e dolci tipici. Oltre al castello medievale, teatro di racconti leggendari e suggestivo punto panoramico sulla vallata, a Bosa potrai visitare le antiche concerie sulla riva sinistra del fiume Temo, passeggiare tra le pittoresche case multicolori nella riva opposta e visitare poco fuori dall’abitato la più antica chiesa romanica in Sardegna, San Pietro extra muros.
Church of Our Lady 'Regnos Altos'
Via Canonico Gavino Nino
Circondata dalla mura del castello di Serravalle a Bosa, nella Sardegna centro-occidentale, di recente ha rivelato il prezioso segreto che custodiva tra le sue pareti All'apparenza è una consueta chiesa mononavata, priva di fregi e decorazioni esterne, costruita nel cortile del castello di Serravalle a Bosa, suggestivo borgo medievale nella Planargia. In realtà, la chiesa di Nostra Signora de sos Regnos Altos nascondeva la sua inestimabile ricchezza nelle pareti interne, sotto gli intonaci. E forse qualche segreto continua a custodirlo gelosamente. Uno riguarda la sua fondazione, nessuna fonte, perciò le ipotesi formulate variano tra XII e XIV secolo. I successivi rifacimenti, anch’essi non documentati, alimentano il mistero. È probabile che la chiesa fungesse da cappella palatina all’interno del castello, presenta un’aula rettangolare con abside semicircolare e due ingressi, uno in facciata e uno sul lato nord-est. A fine XIX secolo fu decisa un’estensione dell’aula in direzione est, che comportò la distruzione dell’abside originale. La grande rivelazione, però, venne alla luce durante i lavori di consolidamento nel biennio 1972-73: rimuovendo l’intonaco comparve un sorprendente ciclo di affreschi, che in origine occupava l’intero perimetro dell’edificio e pertanto risulta interrotto a oriente dalla demolizione dell’antico abside. L’opera è stata datata al XIV secolo e attribuita a maestranze toscane fatte pervenire da Giovanni d’Arborea, fratello di Mariano IV. Il dipinto è disposto su due registri, separati da una cornice decorativa e ispirati ai temi della predicazione di san Francesco: tra l’Adorazione dei magi, l’Ultima cena e san Giorgio che uccide il drago, osserverai anche l’unica rappresentazione sarda della leggenda ‘dei tre vivi e dei tre morti’. Le virtù celebrate sono povertà, castità e umiltà, temi cari alla spiritualità francescana. La chiesa era in principio dedicata a sant’Andrea. Secondo la leggenda popolare, nel 1847 un bambino ritrovò tra alcune macerie del castello una statuetta lignea raffigurante una Madonna. Al manufatto fu dato nome di Nostra Signora de sos Regnos Altos e collocazione in una nicchia della chiesa, dove si trova ancora oggi. La statua della Madonna, cui si deve il cambio di intitolazione, al rapido diffondersi della notizia del ritrovamento, divenne meta di pellegrinaggio e motivo di preghiera e venerazione. I devoti aumentavano continuamente, da qui l’origine della festa che dalla metà del XIX secolo si celebra ogni anno. A metà settembre le strette vie del quartiere medievale di sa Costa si riempiono di addobbi, luci e colori. Spiazzi e vicoli ospitano sos altarittos, piccoli altari ornati con fiori, caratteristici pizzi a filet e statuette della Madonna. Sentirai risuonare i gosos, struggenti canti liturgici, e potrai partecipare a festose tavolate con l’ottimo vino malvasia e dolci tipici. Oltre al castello medievale, teatro di racconti leggendari e suggestivo punto panoramico sulla vallata, a Bosa potrai visitare le antiche concerie sulla riva sinistra del fiume Temo, passeggiare tra le pittoresche case multicolori nella riva opposta e visitare poco fuori dall’abitato la più antica chiesa romanica in Sardegna, San Pietro extra muros.
Dalle case colorate del borgo di Bosa, percorrendo un chilometro lungo il Temo, giungerai nella località Calamedia, sito abitato fin da epoca fenicio-punica: qua sorge l’ex cattedrale di san Pietro, la chiesa romanica più antica dell’Isola. Le sue pareti di trachite rossa si ergono vicino alla riva del fiume, sulla sponda opposta al colle di Serravalle dominato dal castello dei Malaspina, al cui interno troverai un’altra perla di architettura religiosa: Nostra Signora di Regnos Altos. San Pietro è detta extra muros perché si trova fuori dalle mura del castello, di cui è più vecchia di mezzo secolo. Attorno sorgeva il nucleo originario della città, abitato sino a tutto il Cinquecento. Quando poi, sulle pendici del colle, fu completato il rione sa Costa, la popolazione si trasferì. Una migrazione di due secoli: Bosa vetus scomparve. Il santuario è frutto di un lungo processo. La parte più antica è di metà XI secolo, attestato dall’epigrafe di consacrazione che riporta l’anno MLXIII, mentre al secolo successivo risalgono tribuna con nuova abside, torre campanaria (alta 24 metri e incompiuta) e muri perimetrali. Le esondazioni del Temo compromisero alcune parti, ricostruite a metà XX secolo: il complesso riprese l’aspetto medievale. Oggi ammirerai una chiesa che, perso il titolo di cattedrale, ha mantenuto intatto il fascino. La facciata (del XIII secolo) è decorata da ampie arcate e archetti intrecciati. In cima noterai un’edicola sorretta da colonnine, avvolte da un serpente intrecciato. Un’arcata incornicia il portale, sopra il quale ti colpirà un architrave scolpito con finte logge e sei archetti che ospitano bassorilievi raffiguranti, in composizione gerarchica, la Madonna col Bambino nell’edicola centrale maggiore, a fianco Albero della Vita e santo vescovo (forse Costantino de Castra che consacrò l’edificio), sul lato destro san Pietro e a sinistra san Paolo, con vesti dagli elaborati drappeggi. Il vescovo è nell’edicola minore ma gli si fa occupare un posto accanto alla Vergine. L’abside è divisa in cinque sezioni da lesene che sostengono mensole che a loro volta sorreggono archetti. In tre di esse osserverai monofore che contribuiscono a illuminare l’interno, composto da tre navate: la mediana coperta da capriate lignee, quelle laterali voltate a crociera. Ad esse accederai da nove archi a tutto sesto per lato, sorretti da pilastri quadrangolari. Nel primo a destra troverai un fonte battesimale in calcare bianco.
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Saint Pietro
Via San Pietro
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Dalle case colorate del borgo di Bosa, percorrendo un chilometro lungo il Temo, giungerai nella località Calamedia, sito abitato fin da epoca fenicio-punica: qua sorge l’ex cattedrale di san Pietro, la chiesa romanica più antica dell’Isola. Le sue pareti di trachite rossa si ergono vicino alla riva del fiume, sulla sponda opposta al colle di Serravalle dominato dal castello dei Malaspina, al cui interno troverai un’altra perla di architettura religiosa: Nostra Signora di Regnos Altos. San Pietro è detta extra muros perché si trova fuori dalle mura del castello, di cui è più vecchia di mezzo secolo. Attorno sorgeva il nucleo originario della città, abitato sino a tutto il Cinquecento. Quando poi, sulle pendici del colle, fu completato il rione sa Costa, la popolazione si trasferì. Una migrazione di due secoli: Bosa vetus scomparve. Il santuario è frutto di un lungo processo. La parte più antica è di metà XI secolo, attestato dall’epigrafe di consacrazione che riporta l’anno MLXIII, mentre al secolo successivo risalgono tribuna con nuova abside, torre campanaria (alta 24 metri e incompiuta) e muri perimetrali. Le esondazioni del Temo compromisero alcune parti, ricostruite a metà XX secolo: il complesso riprese l’aspetto medievale. Oggi ammirerai una chiesa che, perso il titolo di cattedrale, ha mantenuto intatto il fascino. La facciata (del XIII secolo) è decorata da ampie arcate e archetti intrecciati. In cima noterai un’edicola sorretta da colonnine, avvolte da un serpente intrecciato. Un’arcata incornicia il portale, sopra il quale ti colpirà un architrave scolpito con finte logge e sei archetti che ospitano bassorilievi raffiguranti, in composizione gerarchica, la Madonna col Bambino nell’edicola centrale maggiore, a fianco Albero della Vita e santo vescovo (forse Costantino de Castra che consacrò l’edificio), sul lato destro san Pietro e a sinistra san Paolo, con vesti dagli elaborati drappeggi. Il vescovo è nell’edicola minore ma gli si fa occupare un posto accanto alla Vergine. L’abside è divisa in cinque sezioni da lesene che sostengono mensole che a loro volta sorreggono archetti. In tre di esse osserverai monofore che contribuiscono a illuminare l’interno, composto da tre navate: la mediana coperta da capriate lignee, quelle laterali voltate a crociera. Ad esse accederai da nove archi a tutto sesto per lato, sorretti da pilastri quadrangolari. Nel primo a destra troverai un fonte battesimale in calcare bianco.
Farsi il bagno in una piscina sulla Luna? Puoi immaginarne lo scenario e viverne le sensazioni nella caletta di Cane Malu, a tre chilometri dal borgo medioevale di Bosa. La piscina naturale sorge sulla punta di Cabu d’Aspu, a pochi passi da Bosa Marina, dove inizia il tratto settentrionale del litorale bosano, in direzione Capo Marargiu. La raggiungerai al termine di una camminata di circa dieci minuti lungo un sentiero che, partendo dal porto fluviale sulla foce del Temo, costeggia il mare passando su scogliere di trachite bianca, la pietra caratteristica locale. Ed è proprio il particolare tipo di roccia a rendere lo scenario lunare, un paesaggio surreale e candido, cui fa da contraltare l’intenso turchese del mare. Innumerevoli mareggiate, sospinte dalla forza del maestrale, hanno scavato e modellato la trachite nei millenni, creando la forma di una grande ‘vasca’, delimitata da una striscia di roccia. Il lembo bianco di trachite ricorda la coda di un cane, specie quando il mare è agitato, da qui il nome: ‘cane cattivo’. Non a caso, è un gioiello naturalistico unico che richiede prudenza, meglio scegliere una giornata senza vento e col mare calmo, per godere appieno del fascino della piscina. Se poi attenderai il tramonto, i giochi di luce tra il colore chiaro della scogliera e i riflessi del mare ti regaleranno sensazioni indimenticabili. Cane Malu è accogliente e comoda per chi vuole sdraiarsi e rilassarsi al sole.
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Cane Malu
Via Sas Covas
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Farsi il bagno in una piscina sulla Luna? Puoi immaginarne lo scenario e viverne le sensazioni nella caletta di Cane Malu, a tre chilometri dal borgo medioevale di Bosa. La piscina naturale sorge sulla punta di Cabu d’Aspu, a pochi passi da Bosa Marina, dove inizia il tratto settentrionale del litorale bosano, in direzione Capo Marargiu. La raggiungerai al termine di una camminata di circa dieci minuti lungo un sentiero che, partendo dal porto fluviale sulla foce del Temo, costeggia il mare passando su scogliere di trachite bianca, la pietra caratteristica locale. Ed è proprio il particolare tipo di roccia a rendere lo scenario lunare, un paesaggio surreale e candido, cui fa da contraltare l’intenso turchese del mare. Innumerevoli mareggiate, sospinte dalla forza del maestrale, hanno scavato e modellato la trachite nei millenni, creando la forma di una grande ‘vasca’, delimitata da una striscia di roccia. Il lembo bianco di trachite ricorda la coda di un cane, specie quando il mare è agitato, da qui il nome: ‘cane cattivo’. Non a caso, è un gioiello naturalistico unico che richiede prudenza, meglio scegliere una giornata senza vento e col mare calmo, per godere appieno del fascino della piscina. Se poi attenderai il tramonto, i giochi di luce tra il colore chiaro della scogliera e i riflessi del mare ti regaleranno sensazioni indimenticabili. Cane Malu è accogliente e comoda per chi vuole sdraiarsi e rilassarsi al sole.
È abbracciata e protetta sui lati da bellissimi promontori rocciosi che scendono fino al suo mare trasparenti e dalle tonalità tra turchese e azzurro. Cinque chilometri a nord del borgo medievale di Bosa, lungo la strada panoramica per Alghero, in una rada, troverai la piccola ma bellissima spiaggia di sabbia bianca di Compoltitu, col suo fondale basso e la sua acqua chiarissima e cristallina, che ha ottenuto il massimo riconoscimento da Legambiente. A colpirti sarà lo scenario complessivo, la caletta è inserita tra scogliere di rocce candide calcaree levigate dal mare, che ti consentiranno di stenderti al sole in serenità in luogo completamente riparato dal maestrale. Oppure potrai usarle come trampolino per tuffarti in fondali sabbiosi. Mentre facendo snorkeling potrai perlustrare le vicine calette rocciose. Dal parcheggio arriverai a piedi dopo un breve e accidentato sentiero tra la macchia mediterranea. Una volta giunto a destinazione avrai davanti a una vera e propria perla della natura, incastonata in una natura incontaminata.
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Cumpoltitu Cala (Cala Compultitu)
Strada Provinciale 49 Bosa-Alghero
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È abbracciata e protetta sui lati da bellissimi promontori rocciosi che scendono fino al suo mare trasparenti e dalle tonalità tra turchese e azzurro. Cinque chilometri a nord del borgo medievale di Bosa, lungo la strada panoramica per Alghero, in una rada, troverai la piccola ma bellissima spiaggia di sabbia bianca di Compoltitu, col suo fondale basso e la sua acqua chiarissima e cristallina, che ha ottenuto il massimo riconoscimento da Legambiente. A colpirti sarà lo scenario complessivo, la caletta è inserita tra scogliere di rocce candide calcaree levigate dal mare, che ti consentiranno di stenderti al sole in serenità in luogo completamente riparato dal maestrale. Oppure potrai usarle come trampolino per tuffarti in fondali sabbiosi. Mentre facendo snorkeling potrai perlustrare le vicine calette rocciose. Dal parcheggio arriverai a piedi dopo un breve e accidentato sentiero tra la macchia mediterranea. Una volta giunto a destinazione avrai davanti a una vera e propria perla della natura, incastonata in una natura incontaminata.
Cala Managu è una cala pittoresca con una spiaggia rocciosa situata a circa 12 chilometri dal centro di Bosa. Questa eccezionale spiaggia di pietra vi incanterà con la bellezza e la pace della natura che la circonda: colline e rocce coperte dalla flora mediterranea, un mare smeraldo e una scogliera che domina la piccola baia. Poiché la zona è protetta dai venti, le acque sono sempre calme. Per questo motivo, Cala Managu è un buon posto per ancorare piccole imbarcazioni. La spiaggia è anche una meta perfetta per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee. Cala Managu è facilmente raggiungibile in auto in circa 20 minuti dal centro di Bosa. Per raggiungerla prendete la strada provinciale 49 in direzione Alghero. Poiché a Cala Managu non ci sono ristoranti, non dimenticate di portare con voi cibi e bevande. Si raggiunge attraverso una bella passeggiata a piedi dalla litoranea fino a scendere verso la caletta.
Spiaggia di Porto Mànagu
Cala Managu è una cala pittoresca con una spiaggia rocciosa situata a circa 12 chilometri dal centro di Bosa. Questa eccezionale spiaggia di pietra vi incanterà con la bellezza e la pace della natura che la circonda: colline e rocce coperte dalla flora mediterranea, un mare smeraldo e una scogliera che domina la piccola baia. Poiché la zona è protetta dai venti, le acque sono sempre calme. Per questo motivo, Cala Managu è un buon posto per ancorare piccole imbarcazioni. La spiaggia è anche una meta perfetta per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee. Cala Managu è facilmente raggiungibile in auto in circa 20 minuti dal centro di Bosa. Per raggiungerla prendete la strada provinciale 49 in direzione Alghero. Poiché a Cala Managu non ci sono ristoranti, non dimenticate di portare con voi cibi e bevande. Si raggiunge attraverso una bella passeggiata a piedi dalla litoranea fino a scendere verso la caletta.